‘Ndrangheta: arrestato Giovanni Tegano, latitante dal 1993

Pubblicato il 27 Aprile 2010 - 00:33 OLTRE 6 MESI FA

Uno dei più blasonati boss della ‘ndrangheta, Giovanni Tegano, di 70 anni, è stato arrestato lunedì sera a Reggio Calabria dagli agenti della squadra mobile. Con l’arresto di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della ‘ndrangheta.

Tegano era inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno. Nella tarda serata gli investigatori hanno fatto irruzione in una abitazione in località Perretti di Reggio Calabria. Nell’appartamento è stato trovato Giovanni Tegano in compagnia di altre persone che non hanno opposto resistenza. I poliziotti hanno provveduto all’identificazione di tutti i presenti e successivamente li hanno arrestati.

Sulle modalità dell’arresto gli agenti mantengono il massimo riserbo perché sono in corso ancora una serie di accertamenti e verifiche. Tegano deve scontare una condanna all’ergastolo per omicidio ma è destinatario anche di una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altro. Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale.

Per gli investigatori Giovanni Tegano è ritenuto un boss di “alto spessore della ‘ndrangheta”. Gli investigatori da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il “nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime”.

Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall’ottobre ’85 all’estate del ’91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall’altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone.

Dopo la notizia dell’arresto il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli. La cattura di Tegano, ha sottolineato Maroni “é il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla ‘ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi”.