‘Ndrangheta: bimbo di 11 anni svela segreti delle cosche

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2015 - 16:40 OLTRE 6 MESI FA
'Ndrangheta: bimbo di 11 anni svela segreti delle cosche

‘Ndrangheta: bimbo di 11 anni svela segreti delle cosche

REGGIO CALABRIA- Ha undici anni ed è figlio di un presunto boss della ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro. Ed è probabilmente il più giovane collaboratore di giustizia del mondo: il bimbo, infatti, starebbe  svelando tutti i segreti della cosca. Da settimane il bimbo – secondo quanto riporta  il quotidiano ‘La Repubblica’ in un pezzo firmato Francesco Viviano e Alessandra Ziniti – sta riempiendo verbali davanti al sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giulia Pantano.

La madre del bimbo ha deciso anche lei di collaborare con la giustizia dopo che il marito e padre dell’undicenne è stato arrestato nell’ottobre scorso dai carabinieri nell’ambito dell’operazione chiamata ‘Eclissi’. I primi verbali del più giovane collaboratore della storia della criminalità organizzata sono stati depositati nei giorni scorsi nel corso di una udienza preliminare ad esponenti della cosca.

Il bimbo ha consegnato ai magistrati anche la sua scheda telefonica, spesso utilizzata dal padre per mantenere i contatti con un esponente di spicco di un’altra cosca, quella dei Bellocco di Rosarno. In uno dei verbali il bambino afferma che “mio papà faceva parte di questa cosca. Papà faceva quello che voleva all’interno della cosca, era il braccio destro del capo”. Quando il Pm chiede al bimbo cosa ha visto fare a suo padre ed agli uomini della cosca, il ragazzino risponde che

“li ho visti fare tutto, tutto quello…so tutto quello che avete trovato armi. Ho visto la droga, le armi, pistole più che altro, fucili mai…la droga l’ho vista sempre nel garage, in giro non l’ho mai vista”.

Da quattro mesi il bambino vive lontano dalla Calabria, in una località protetta, con un altro nome, insieme ai due fratelli più piccoli e alla madre. La donna, quando ha chiesto di parlare con i Pm, ha detto che “mi trovo qui per i miei figli, non voglio che crescano secondo ideali e valori sbagliati”.