‘Ndrangheta, bomba a mano contro il cognato della pentita Giuseppina Pesce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 22:26 OLTRE 6 MESI FA
'Ndrangheta, bomba a mano contro il cognato della pentita Giuseppina Pesce

‘Ndrangheta, bomba a mano contro il cognato della pentita Giuseppina Pesce

ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Bomba a mano contro il cognato della pentita Giuseppina Pesce. Secondo quanto scrive Carlo Macrì sul Corriere della Sera degli attentatori hanno sistemato un ordigno, tipo granata, sul cancello dell’azienda agricola di Rosarno (Reggio Calabria) in cui lavora l’uomo, ora ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. Per i carabinieri, scrive Macrì, dietro l’attentato c’è la ‘ndrangheta. 

Scrive Macrì:

Volevano colpire trasversalmente Giuseppina Pesce proprio nel giorno in cui a Palmi si sta celebrando il processo a 14 esponenti della cosca Pesce di Rosarno. Una tra le più temibili della Piana di Gioia Tauro. Decimata grazie al pentimento di Giuseppina che non ha esitato di spedire in carcere la sua famiglia, madre, padre e fratelli, rompendo con quel mondo che, nonostante la sua giovane età, 34 anni, l’aveva vista protagonista di episodi e vicende di morte e intimidazioni.

Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore, è stata arrestata nel 2010 per associazione mafiosa. Dopo sei mesi di detenzione aveva deciso di collaborare, ma nell’aprile del 2011 ha ritrattato tutto. Evade dai domiciliari per un giorno e poi, rientrata in carcere, torna a collaborare.

Scrive Macrì:

Con le sue dichiarazioni ha fatto condannare familiari e parenti. Per farla tacere le cosche di Rosarno martedì hanno tentato di uccidere il fratello della persona a lei più vicina.