‘Ndrangheta, 15 anni di estorsioni: 2 arresti in Val d’Aosta

Pubblicato il 3 Maggio 2010 - 15:10 OLTRE 6 MESI FA

Per 15 anni, dal 1994 al 2009, le imprese che hanno effettuato lavori pubblici a Giffone ed in alcuni centri limitrofi sono state costrette a pagare il “pizzo” al gruppo criminale dominante locale, capeggiato da Francesco Larosa. E’ quanto è emerso dall’inchiesta, diretta dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto da parte dei carabinieri di otto persone accusate di avere attuato una serie di estorsioni e danneggiamenti con l’aggravante della modalità mafiose.

I Larosa hanno preteso il pagamento delle estorsioni praticamente su tutti i lavori gestiti dal Comune di Giffone, dalla realizzazione delle rete per la distribuzione del metano a quelli per la costruzione della scuola media e del campo sportivo. Un costo aggiuntivo che veniva considerato dalle imprese, come hanno riferito gli investigatori, una sorta di consuetudine alla quale non ci si poteva sottrarre.

I titolari di impresa che hanno osato ribellarsi alle richieste estorsive hanno subito, come ritorsione, il danneggiamento di mezzi di cantiere, attrezzature e materiali. Una situazione che si è interrotta nel momento in cui la Dda di Reggio Calabria, con un’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto, Michele Prestipino, non ha voluto vederci chiaro ed ha approfondito una vicenda che era andata avanti per troppo tempo nell’indifferenza generale.

Un intervento motivato anche dal fatto che negli ultimi tempi le estorsioni ed i danneggiamenti nei confronti di chi osava ribellarsi si erano accentuati. L’intervento della Dda e le indagini dei carabinieri hanno suscitato una ventata di fiducia negli ambienti imprenditoriali locali al punto che due titolari di impresa, posti di fronte all’evidenza delle risultanze investigative secondo le quali erano tra quelli taglieggiati, hanno ammesso i fatti ed hanno deciso di collaborare con la Dda, rivelando i nomi di coloro ai quali erano costretti a versare denaro.

Un risultato che ha consentito alla Dda di riscontrare il contenuto delle intercettazioni dei colloqui tra Francesco Larosa e gli affiliati al suo gruppo che, andandolo a trovare in carcere, gli riferivano i risultati delle attività estorsive svolte, oltre che a Giffone, nei due centri limitrofi di Mammola e Cinquefrondi. “Quella effettuata dai carabinieri – ha detto Prestipino – é un’operazione importante perché libera il territorio da una forte pressione estorsiva che era arrivata a un punto tale che alcuni degli imprenditori hanno ammesso le estorsioni subite e hanno collaborato”.