‘Ndrangheta. Gip: “Giancarlo Giusti ossessionato da sesso e bella vita”

Pubblicato il 28 Marzo 2012 - 16:55| Aggiornato il 3 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Il giudice Giancarlo Giusti, arrestato stamani nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano sul clan della ‘ndrangheta dei Lampada, aveva ”l’ossessione per il sesso” e per ”divertimenti”, affari, conoscenze utili”. Lo scrive il gip Giuseppe Gennari nell’ordinanza di custodia cautelare a suo carico.

Secondo l’accusa, infatti, a Giusti la cosca dei Lampada avrebbe pagato escort e soggiorni di lusso. Al magistrato e’ stato anche sequestrato un ”diario informatico”, le cui pagine, come scrive il gip, ”ripropongono gli stessi temi ricorrenti: ossessione per il sesso, per lo piu’ a pagamento, esigenze economiche legate a un tenore di vita sicuramente elevato, spasmodica ricerca di occasioni di guadagno parallele in operazioni immobiliari e di varia natura”. In una pagina di questo diario, ad esempio, il 26 luglio 2009 il magistrato scrive: ”venerdi’ notte brava con (…) Simona e Alessandra. Grande amore nella casa di Gregorio”.

Secondo il gip, Giusti e’ un ”personaggio fragilissimo e, per costume di vita, esposto alla tentazione di condotte illecite”. Sempre stando all’ordinanza, il ”dato gravissimo in termini di pericolosita’ sociale” e’ che il magistrato ha ceduto ”immediatamente ai richiami di Lampada che offre da subito donne pagate, divertimenti, affari, conoscenze utili”.

Dall’ordinanza di custodia cautelare a carico del gip del Tribunale di Palmi (sospeso a dicembre) Giancarlo Giusti, emergono molti particolari sul ”diario informatico” sequestrato allo stesso magistrato che descrive la vita che il giudice avrebbe condotto, spesato da un clan della ‘ndrangheta, ”fra donne, amore, vino e affari”. Il 21 settembre del 2008, infatti, Giusti scriveva sul suo diario: ”va bene il convegno.Serata di venerdi’ pazzesca fra donne e vino. Notte di amore con Natascia, ubriachi cotti”.

E poi il 10 ottobre del 2008: ”due giorni a Milano fra donne, amore, vino e affari, la squadra c’e’ e sembra funzionare. Due belle notti con Elisabetta, dolce ragazza russa”. Il gip Giuseppe Gennari scrive che in quella occasione Giusti ”ha soggiornato all’hotel Melia’ dal 6 all’8 ottobre 2008” assieme a Fabio Pullano, perito del Tribunale di Reggio Calabria dove il magistrato lavorava alle esecuzioni immobiliari. A Pullano, secondo le indagini, Giusti avrebbe affidato consulenze su aste immobiliari per circa 300 mila euro. Il viaggio aereo da Reggio Calabria a Milano, come scrive il gip, venne ”pagato da Giulio Lampada”, presunto boss.

A novembre del 2008 Giusti scrive ”Torno da Milano. Costituita societa’, ora dobbiamo chiudere affari”. Secondo l’accusa, il magistrato sarebbe stato il socio occulto in una societa’ del clan Lampada che acquisiva immobili alle aste di cui lo stesso magistrato si occupava. E poi ancora: ”ho conosciuto Anna, ragazza di Mosca, bella e intelligente, problematica, ottimo amore”. Per ”mantenere Simona”, invece, scriveva il magistrato, ”occorrono soldi. Meglio essere chiari con lei”.

Il Consiglio superiore della Magistratura avrebbe potuto fermare il magistrato Giancarlo Giusti, arrestato oggi in una inchiesta della Dda di Milano, ”fin da subito, sin dalla prima sacrosanta segnalazione del presidente del Tribunale di Reggio Calabria” e cosi’ ”tutto il resto non sarebbe successo, inclusi i reati commessi con Lampada”. Lo scrive il gip di Milano Giuseppe Gennari nell’ordinanza di custodia cautelare.

l gip infatti riporta nell’ordinanza la vicenda in cui rimase coinvolto nel 2005 il magistrato Giusti, quando era in funzione presso le esecuzioni immobiliari del Tribunale di Reggio Calabria. Ad un’asta immobiliare, di cui si occupava proprio Giusti, partecipo’ una societa’ del suocero, la Tridea, che acquisi’ l’immobile. ”Forse – scrive il gip Gennari – se si fossero recuperati tutti gli atti della ispezione si sarebbe compreso come l’assoluzione sulla vicenda Tridea non poteva essere che un drammatico errore. Sicuramente, avessero fermato Giusti sin da subito, sin dalla prima sacrosanta segnalazione (…) tutto il resto non sarebbe successo”.

Il Csm infatti assolse con sentenza del luglio 2007 il magistrato per quella vicenda. Malgrado, scrive ancora il gip, il giudice avesse ”assegnato dei beni nientedimeno che alla societa’ del suocero”. Dunque il gip Gennari si chiede ”come si sia potuto credere alla buona fede di Giusti sulla base delle dichiarazioni di Pullano sfugge alla umana comprensione”.    Fabio Pullano era il perito del Tribunale di Reggio Calabria, a cui Giusti assegno’ consulenze sulle aste immobiliari per ”centinaia di migliaia di euro”, e che testimonio’ a favore del magistrato nel procedimento disciplinare davanti al Csm.