Neonato scomparso ad Ascoli, “Il padre mi disse di averlo ucciso”

Pubblicato il 25 Ottobre 2011 - 19:45 OLTRE 6 MESI FA

ASCOLI PICENO, 25 OTT – E' stato sentito oggi pomeriggio dai pm di Ascoli Piceno Carmine Pirozzoli e Cinzia Piccioni il detenuto compagno di cella di Denny Pruscino, il giovane di Folignano (Ascoli Piceno) accusato insieme alla moglie Katia Reginella dell'omicidio volontario del piccolo Jason. Del neonato non si hanno notizie dallo scorso giugno.

I due genitori (lei madre naturale, lui padre adottivo) sostengono che il bambino sarebbe morto in un incidente domestico, e il corpicino sarebbe poi stato abbandonato in un bosco di castel Trosino.

Il verbale dell'audizione del detenuto, un uomo di origine pugliese, e' stato secretato. Sentito per due ore con la formula dell'acquisizione di sommarie informazioni, il teste ha dovuto spiegare quanto aveva detto in un fuori onda nella trasmissione tv Chi l'ha visto. E cioe' di aver appreso dallo stesso Pruscino, in cella, che era stato lui a uccidere Jason, sbattendolo a terra in un momento d'ira.

Il detenuto avrebbe confermato le dichiarazioni rese a Chi l'ha visto, fornendo altri particolari ritenuti interessanti sui colloqui avuti con Pruscino nel carcere di Marino del Tronto.

Agli atti dell'inchiesta peraltro c'e' una deposizione analoga rilasciata da una detenuta del carcere di Castrogno di Teramo, dove e' rinchiusa Katia Reginella: la donna ha riferito di confidenze della madre di Jason sull'omicidio volontario perpetrato dal marito.

Questa versione Katia Reginella l'aveva prospettata anche agli inquirenti nei mesi scorsi, salvo poi ritrattarla in occasione dell'incidente probatorio del 26 settembre, quando sia lei sia il marito hanno formulato la medesima ricostruzione, cioe' quella dell'incidente domestico.

I magistrati non hanno mai dato molto credito allo scenario dell'incidente, tanto che l'incidente probatorio si e' tenuto con l'accusa di concorso in omicidio volontario, e non per ''abbandono di persona minore o incapace e maltrattamenti in famiglia che abbiano avuto come conseguenza la morte'', reato per il quale la coppia era finita in carcere nel luglio scorso.