Neve a Urbania: braccio meccanico “liberera” monumenti

Pubblicato il 13 Febbraio 2012 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

URBANIA – ''Costi quello che costi, la mostra su Federico Barocci a primavera si fara', a maggior ragione dopo i danni del maltempo''. Non vuole mollare Alice Lombardelli, giovane e combattivo assessore alla Cultura del Comune di Urbania, dove il Palazzo ducale e' a rischio infiltrazioni e ieri e' crollato il tetto della Chiesa del Santissimo Crocifisso. Una cappella dove fino a poco tempo fa erano conservate opere come la Madonna delle nubi, o della 'neve' di Federico Barocci.

La mostra dovrebbe essere allestita nel Palazzo Ducale, residenza estiva di Federico da Montefeltro, che la commissiono' a Francesco di Giorgio Martini: peccato che sgocciolii d'acqua abbiano consigliato di chiudere la Sala del trono, spostare in un'ala piu' protetta i rarissimi globi di Gerardo Mercatore e le incisioni, e chiedere l'intervento di una squadra di uomini con un braccio meccanico per togliere un po' di neve e mettere in sicurezza la copertura.

''Per fortuna – spiega l'assessore – la struttura e' oblunga, con due cortili sottostanti, e la neve non si e' accumulata tutta al centro, come il 'monticello' fatto dal vento sulla Chiesa del Crocifisso. Siamo saliti con i pompieri e la piantina del palazzo, per vedere dove e' piu' consigliabile intervenire''.

Urbania ha a disposizione fondi per 700 mila euro grazie all'8 per mille, gia' destinati a sanare le parti piu' fragili della residenza (''un restauro complessivo e' impensabile, troppo costoso'') e i lavori partiranno appena possibile.

''Ma le emergenze sono tante: la Chiesa del Crocifisso, annessa all'ospedale e senza sistema di allarme, dove per fortuna avevamo messo delle copie dei dipinti piu' importanti. Ma anche le chiese di Santa Caterina, Santa Chiara, San Francesco. Il Teatro l'abbiamo puntellato… speriamo che non nevichi ancora''.

Vada come vada, alla mostra su Barocci e la Madonnina venerata in citta' come Vergine della Neve (cosi' si chiamava un tempo il santuario), ''non rinunceremo. Ci stanno gia' lavorando il direttore del Museo Feliciano Paoli e lo storico statunitense John Spike''.