Neve, la neonata di 40 giorni sepolta 10mila anni fa scoperta in una grotta in Liguria

di Alessandro Avico
Pubblicato il 15 Dicembre 2021 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Neve, la neonata di 40 giorni sepolta 10mila anni fa scoperta in una grotta in Liguria

Neve, la neonata di 40 giorni sepolta 10mila anni fa scoperta in una grotta in Liguria FOTO ANSA

E’ stata chiamata Neve ed era una neonata che aveva fra i 40 e i 50 giorni quando, circa 10.000 anni fa, è stata sepolta in una grotta in Liguria. Sepolta con un corredo di perline di conchiglie, ciondoli e un artiglio di gufo reale. E’ la più antica sepoltura di una neonata mai scoperta in Europa. La ricerca pubblicata su Scientific Reports è coordinata dagli italiani Stefano Benazzi, dell’Università di Bologna, Fabio Negrino, dell’Università di Genova. Con loro Marco Peresani, dell’Università di Ferrara, e con il supporto del Sincrotrone Elettra di Trieste.

Il ritrovamento della neonata Neve

“E’ un ritrovamento unico del suo genere – ha spiegato Benazzi all’ANSA – perché non avevamo mai trovato una sepoltura di questo tipo in Europa. Una bimba di pochi giorni sepolta con un corredo. Una sepoltura che rappresenta un grande impegno di risorse, mai osservato prima per una neonata, da parte della comunità a cui apparteneva. Ossia un gruppo di cacciatori-raccoglitori“.

Scoperti inizialmente nel 2017, gli scavi sono proseguiti in più occasioni, i resti hanno presto dimostrato la propria eccezionalità. Il corpo molto frammentato era interrato e disposto con la testa verso occidente e i piedi a oriente, attorno anche una grande varietà di ornamenti. Oltre 60 perline in conchiglie forate che erano probabilmente cucite su un abitino o un fagotto in pelle, quattro ciondoli, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi, e un artiglio di gufo reale.

Il luogo del ritrovamento

Luogo del ritrovamento è stato Arma Veirana, una cavità lunga una quarantina di metri e dalla curiosa forma a capanna che si trova nel comune ligure di Erli, nella val Neva, nell’entroterra di Albenga. A rendere possibile l’analisi approfondita è stata l’interdisciplinarietà del gruppo di lavoro, che ha coinvolto anche università statunitensi, tedesche e canadesi, e le sofisticate tecniche di analisi, tra cui immagini al sincrotrone e indagini genetiche. Ne è così emerso che Neve aveva tra 40 e 50 giorni e che la madre si cibasse anche di carne ma avesse subito una serie di stress. forse per carenza di cibo, che hanno influito sul regolare sviluppo del feto. Dai pochi resti è stato però impossibile determinarne le cause della morte.