La neve? La spazza via l’esercito. Al Comune conto da 700 euro al giorno

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 - 17:41 OLTRE 6 MESI FA

(Foto LaPresse)

URBINO  – Spalatori di neve pubblici per l’emergenza? Sì, ma non a basso costo.  Se i mezzi del Comune non bastano a liberare le strade in tempi accettabili ci si può rivolgere sempre all’esercito.

Che risponde presente, salvo poi presentare il conto. Ne sanno qualcosa, per esempio, a Urbino dove il Comune è costretto a pagare. E non un conto modico, in tempi di crisi, tagli e patto di stabilità:  700 euro al giorno per dieci spalatori (cioè soldati con una pala in mano), più il vitto, e l’alloggio.

Al sindaco, però, non resta che pagare: nel circondario la neve ha raggiunto i 3-4 metri di altezza, l’accesso a singole abitazioni e intere frazioni è sempre più difficile, e i mezzi a disposizione non bastano più.

Decisamente più salato si prospetta il conto del Comune di Ancona, che proprio stamani ha reclutato 14 spalatori del 28/o Reggimento di Pesaro e 17 militari (piu’ sei mezzi spazzaneve) in arrivo da Piacenza, per liberare le frazioni rimaste off limits. E cosi’ ogni altro Comune che necessiti di un supporto analogo.

”Non voglio fare polemiche, in un momento cosi’ drammatico le istituzioni devono collaborare, e non polemizzare” premette il presidente Pd della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, che ha sollevato il tema. ”Ma non mi sembra giusto che lo Stato faccia pagare i Comuni in un frangente simile, quando raggiungere o non raggiungere un’abitazione, un borgo sepolto dalla neve e’ spesso questione di vita o di morte per anziani, malati, bambini. I Comuni e le Province sono gia’ strozzati dal Patto di stabilita’, stanno spendendo milioni di euro, che non hanno, per mettere in campo spazzaneve, pale meccaniche, servizi di prima necessita’, e devono pagarsi pure l’Esercito…”.

Al sindaco di un piccolo comune della zona che aveva provato a saggiare il terreno e’ giunto un fax di risposta con un preventivo di 800 euro: doccia gelata, e la scelta di rinunciare all’impiego delle tute mimetiche. ”Per fortuna – e’ l’amara ironia dell’assessore provinciale ai Lavori pubblici Massimo Galuzzi – Urbino risparmia qualcosa sull’alloggio: i militari arrivano al mattino da Pesaro, e tornano a dormire in caserma”. Da qui, dalla prima linea di un territorio dove nevica da una settimana e il sistema rischia il collasso, le baruffe sulla neve a Roma appaiono ”molto, molto lontane”.