Nicola Agnoletto, 27 anni: sconfigge il tumore ma viene ucciso da una malattia rara

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2016 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
Nicola Agnoletto, 27 anni: sconfigge il tumore ma viene ucciso da una malattia rara

Nicola Agnoletto, 27 anni: sconfigge il tumore ma viene ucciso da una malattia rara

PAESE (TREVISO) – Sconfigge un tumore dopo un anno e mezzo. Ma viene ucciso da una malattia rara. A 27 anni. Nicola Agnoletto, di Paese (Treviso), si è spento pochi giorni fa all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove era ricoverato dallo scorso 21 luglio.

Era entrato per dei dolori che sembravano quelli di una banale gastroenterite. Ma così non era. La diagnosi dei medici parlava infatti di una malattia rara, la Sindrome di attivazione macrofagica.

Un nuovo brutto colpo per un giovane che, a soli 27 anni, aveva già sconfitto un linfoma non Hodgkin. Per quella malattia aveva dovuto lasciare il lavoro alla banca Bnl di Roma, dopo una laurea in  in Economia e Finanza alla Ca’ Foscari. Per un anno e mezzo aveva combattuto contro il male, anche con il sostegno dei genitori e della fidanzata.

Lo scorso gennaio aveva ripreso in mano la propria vita, raccontano Mauro Favaro e Valeria Lipparini sul Gazzettino: aveva trovato lavoro come consulente alla PwC a Milano e aveva ripreso a vedere gli amici di sempre.

Quest’estate, un altro male lo ha travolto. Scrive il Gazzettino:

Nicola ha affrontato le cure con il coraggio di un leone. Voleva uscire dall’ospedale e tornare a vivere. Ma il suo corpo non ha sopportato le terapie. E, alla fine, si è arreso. Disperati i genitori: il papà Gianfranco lavora come autista all’Actt e la mamma Nadia è commessa da Tubia a Paese. Era il loro unico figlio. «Non ho nemmeno più lacrime per piangere. Non ce la faccio» dice, disperato, il papà.

Elena Baron è la fidanzata di Nicola da più di sette anni. Si sono conosciuti all’università. E non si sono più lasciati. Lei lavora a Roma, lui a Milano. Ma ne avevano passate tante insieme che un po’ di chilometri non potevano certo spaventarli.

«Era una persona stupenda, piena di amici, innamorato del lavoro che faceva – lo ricorda Elena – Prima di Milano, lavorava alla Bnl a Roma. Poi, la malattia lo aveva costretto a lasciare. Aveva vinto un linfoma non Hodgkin che era comparso nel 2014. E si sentiva forte. Si era tuffato nell’avventura milanese con energia e speranza». Nicola amava anche giocare a basket. Era uno sport che aveva praticato da sempre e, adesso, allenava i piccoli del Paese.

Molti i messaggi di cordoglio su Facebook. Qualcuno ha scritto:

«Grande guerriero, tu mi hai insegnato a combattere con il sorriso, sarai sempre nel mio cuore, ti voglio bene grande uomo».