Pronte la cesoie per la battaglia No Tav, “ma i Black bloc li fermeremo”

Pubblicato il 18 Ottobre 2011 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

VAL DI SUSA – “Il 23 ottobre la val di Susa dimostrerà che aprire i cantieri è una speranza vana: migliaia di cittadini marceranno per tagliare le reti, per aprire varchi nel recinto… Invitiamo chi sta dall’altra parte a desistere da violenze e rappresaglie… Chi dovesse dare l’ordine di aggredire cittadini pacifici se ne assumerà la responsabilità”. Più che la convocazione di una manifestazione contro la Tav, è una dichiarazione di guerra, quella apparsa sul Web pochi giorni fa. E dopo Roma la paura non può che aumentare. E quindi lo spettro di nuovi violenti scontri come quelli di sabato scorso nella capitale c’è eccome.

“Però sia chiaro. Il nostro nemico non sono i carabinieri, non è la polizia. Il nemico è certa politica”. Luigi Cassel, coordinatore delle liste civiche contrarie al super treno, è certo che gli eventi non andranno fuori controllo e ci sarà una replica del 30 luglio, quando gli stessi leader si piazzarono a cordone lungo le reti del cantiere di Chiomonte per evitare lo scontro con le forze dell’ordine. Ruotano attorno allo stesso concetto i tanti dubbi della vigilia: è legittimo annunciare con dieci giorni di anticipo l’assalto a un sito protetto dalle forze dell’ordine?

Sono ore difficili per la Questura e la Prefettura di Torino dopo l’annuncio del movimento No Tav. La manifestazione “pacifica” potrebbe quindi ancora una volta trasformarsi in guerriglia, considerando la possibilità non remota di un apporto di una falange di black bloc da tutta Italia e dalla vicina Francia. Trenta attivisti No Tav dell’area autonoma e anarchica torinese sono stati segnalati durante gli scontri di sabato in piazza San Giovanni.

L’onorevole del Pd, Stefano Esposito, che chiede di fermare un disastro annunciato, non ha dubbi: “Si sono allenati tutta l’estate al tiro al poliziotto in Val di Susa, c’è stato l’exploit a Roma, ora vogliono riprovarci a Chiomonte”. E’ preoccupata l’assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Barbara Bonino: “I professionisti della violenza si spostano dove pensano di fare più danni a prescindere dai contenuti. Non basta affidarsi all’autocontrollo delle forze dell’ordine, dobbiamo prevenire”.

Ma su una possibile revoca del corteo il sindaco Fassino passa la palla: “La decisione spetta al prefetto”. Fonti della polizia e dei carabinieri concordano: molti fra i responsabili del sacco di Roma armati di mazze e bombe carta sono black bloc addestrati in Val di Susa.