No Vax volevano far saltare furgoni delle tv, nella chat Telegram dei “guerrieri” anche l’indirizzo di Draghi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2021 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
No Vax volevano far saltare furgoni delle tv, nella chat Telegram dei "guerrieri" anche l'indirizzo di Draghi

No Vax volevano far saltare furgoni delle tv, nella chat Telegram dei “guerrieri” anche l’indirizzo di Draghi (foto Ansa)

“Quando andremo a Roma i primi” da aggredire “sono i giornalisti”. “Useremo le molotov” per “far saltare i furgoni delle tv”. 

Sul loro gruppo Telegram questi presunti “guerrieri”, come amavano chiamarsi tra loro, progettavano di prendersela anche con i giornalisti durante il raduno No Vax in programma nel weekend a Roma. Almeno così si legge negli stralci delle conversazioni pubblicati dalle agenzie.

Ma non solo con i giornalisti. In una delle conversazioni veniva scambiato anche l’indirizzo dell’abitazione del Presidente del Consiglio, Mario Draghi. “L’appartamento di Mario Draghi è situato al civico n… del quartiere… Ma questa fonte non è sicura”..

Insomma questi No Vax, questi “guerrieri” de noantri in salsa social e complottista formato documentario farlocco su YouTube, a Roma volevano il caos. O almeno lo progettavano cercando di spararla grossa sul gruppo Telegram. Ma alla fine invece, e per fortuna, sono finiti sotto la lente della polizia di Stato.

È scattato all’alba di oggi, infatti, il blitz della polizia, che ha eseguito una serie di perquisizioni in diverse città – Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia – nei confronti di alcuni appartenenti (5 donne, definite dagli inquirenti “molto determinate e arrabbiate” e tre uomini) ai movimenti No Vax. 

Il gruppo “I guerrieri”

Gli indagati – che hanno un’età che va dai 53 anni ai 33 anni -, raccontano gli inquirenti, erano membri attivi di un gruppo Telegram denominato “I guerrieri”, nel quale parlavano e progettavano azioni violente. 

Le perquisizioni

Oltre alle abitazioni, la polizia ha controllato anche pc, cellulari, tablet e account social. Nelle case la polizia ha trovato anche armi:  coltelli e bastoni, tirapugni e spray urticanti illegali. Uno degli indagati, residente in provincia di Reggio Emilia, aveva anche una katana, una spada giapponese.