Noemi Durini, Fausto Nicolì denuncia Lucio: “Io complice nell’omicidio dei genitori? E’ falso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2017 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
Noemi Durini, Fausto Nicolì denuncia Lucio: "Io complice nell'omicidio dei genitori? E' falso"

Noemi Durini, Fausto Nicolì denuncia Lucio: “Io complice nell’omicidio dei genitori? E’ falso”

LECCE – Noemi Durini, Fausto Nicolì denuncia Lucio: “Io complice nell’omicidio dei genitori? E’ falso”. Lucio aveva inizialmente accusato Nicolì di essere il complice di Noemi nel progetto dell’omicidio dei genitori di lui. Un’accusa che, dopo la confessione dell’omicidio della fidanzata di 16 anni, gli è costata una denuncia per calunnia e diffamazione. Nicolì infatti ha denunciato sia Lucio che i suoi genitori e chiede giustizia.

Alessandro Cellini sul Quotidiano di Puglia scrive che Nicolì, 49 anni e originario di Patù, era stato tirato in ballo proprio da Lucio e poi anche dai genitori, che l’avevano accusato di volerli ammazzare su richiesta di Noemi Durini. L’uomo ha così deciso di denunciarli:

“L’uomo, nell’atto depositato sia presso la Procura ordinaria che presso quella peri minorenni, ripercorre tutta la vicenda che lo ha visto, suo malgrado, protagonista. Spiega di aver conosciuto entrambi i ragazzi «lo scorso anno, per caso in un bar di Montesardo. Sebbene piuttosto ampia fosse la differenza di età tra noi, accadeva spesso e volentieri di frequentarci anche insieme ad altri giovani». Poi le cose precipitano: la scomparsa di Noemi, il 3 settembre, le indagini, le tensioni in paese e le prime dicerie che corrono di bocca in bocca. Fino alla confessione dell’omicidio, avvenuta dieci giorni dopo, e a quella ricostruzione fornita prima ai carabinieri da L.M. e poi ale telecamere di diverse trasmissioni televisive dai genitori.

«Da circa due mesi ho saputo che Noemi Durini, insieme a Fausto Nicolì, avevano deciso di comprare una pistola con cui ammazzare la mia famiglia»: questo ha dichiarato il giovane durante l’interrogatorio. E poi quelle frasi della mamma di lui: «Voleva ammazzare me, mio marito e mia figlia. Aveva raccolto i soldi, la signorina, per darli a Fausto Nicolì di Patù». Troppo, insomma. Accuse insopportabili. Tanto più che lo stesso Nicolì scrive a chiare lettere nella querela: «Il mio coinvolgimento in un presunto progetto di Noemi di uccidere i suoi genitori è del tutto falso».

Quando il 49enne viene a conoscenza di queste accuse, non riesce a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie: «Sono rimasto letteralmente basito. Conoscevo sì, per sommi capi, di accuse pesanti rivolte al mio indirizzo dal ragazzo, ma mai avrei potuto ipotizzare che costui per difendersi potesse giungere a tanto; ad infangare il mio nome, sebbene io gli sia sempre stato amico e l’abbia anche sempre difeso, tirandomi dentro ad una storia di cui sono, viceversa, mero spettatore e, ancor più, a demolire l’immagine della sua fidanzata, che lui sosteneva di amare tanto»”.