Noemi Durini, il ruolo dell’amico Fausto al centro dell’inchiesta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Settembre 2017 - 14:55 OLTRE 6 MESI FA
Noemi Durini, il ruolo dell’amico Fausto al centro dell’inchiesta

Noemi Durini, il ruolo dell’amico Fausto al centro dell’inchiesta

LECCE – L’omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia ammazzata dal suo fidanzato 17enne, che ha confessato l’omicidio, viene trattato da Quarto Grado, programma Mediaset. Sul caso, emergono nuovi particolari. Il giovane, subito dopo l’omicidio, avvenuto il 3 settembre scorso, avrebbe compiuto un furto in un emporio gestito da cittadini di origini cinesi: avrebbe rubato due penne del valore complessivo di 3 euro. Una telecamera ha ripreso il ragazzo durante il furto. Alcune delle immagini sono state mostrate durante la trasmissione televisiva venerdì sera.

Durante la puntata si è parlato anche di un uomo adulto cui la giovane vittima era legata. Si tratta del signor Fausto. L’uomo è stato chiamato in causa da Lucio, il fidanzatino di Noemi assassino reo confesso, secondo cui sarebbe stato assoldato proprio dalla ragazza per uccidere i suoi genitori che osteggiavano la loro relazione.

“Noemi era legata ad Elisabetta, la figlia dell’amica mia – ha spiegato il signor Fausto a Remo Croci rispedendo al mittente le accuse lanciate dal diciassettenne -. Lei mi voleva bene, mi chiama papà. Tra noi ci sono stati sempre dei rapporti alla luce del sole”, ha detto ancora.“Noemi non ha mai fatto uso di droga, che io sappia si limitava a cercare erba, cose così… Ed io ero contrario quando lei e Lucio fumavano le canne, ma lui mi rispondeva che non c’era problema, che fumava spesso l’hashish insieme a suo padre”.

Il signor Fausto nega di aver assoldato qualcuno, su richiesta di Noemi, per sterminare la famiglia di Lucio, come invece riferito dal ragazzo il giorno dell’interrogatorio.

“Assolutamente no, non ho mai fatto una cosa del genere”, ha detto l’uomo a Quarto Grado ammettendo soltanto di avere sferrato due cazzotti a Biagio, padre del 17enne: “Sì è vero, il giorno del ritrovamento di Noemi (13 settembre ndr), erano le 13:30 e l’ho visto fuori dal bar con occhiali e cellulare, era baldanzoso … così ho fermato lo scooter e gli ho dato due cazzotti. Mi hanno fermato, ma io volevo mandarlo all’ospedale … ho i miei dubbi su di lui”, sono state le parole di Fausto.

A carico dell’uomo non c’è alcun tipo di provvedimento da parte della autorità. Intanto sono emersi nuovi elementi sull’autopsia della giovane uccisa a Specchia. Prima di essere uccisa Noemi Durini è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. Lo ha stabilito l’autopsia.

I medici legali hanno riscontrato sul cadavere della sedicenne ”lesioni contusive multiple da picchiamento al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e collo”. Sempre durante la trasmissione, è stato riferito che, durante l’interrogatorio alla caserma di Specchia durante il quale il giovane ha confessato il delitto, avrebbe anche disegnato su un foglio il coltello utilizzato, del tipo a serramanico, un oggetto che portava sempre con sé. L’arma non è stata ancora trovata, e il ragazzo afferma di non ricordare dove l’ha nascosta.

Il padre di Lucio alle telecamere: ”Sono andato ai servizi sociali, mi sono inginocchiato e ho detto: ‘Mi aiuti a trovare una struttura dove mio figlio possa essere curato. Non mi hanno mai contattato. Lei era gelosa e morbosa”. ”Ho cercato di salvarli tutti e due: sarebbe bastato che mi avessero ascoltato”, ha detto Biagio Marzo durante l’intervista rilasciata a Quarto Grado.