“Non criticare Università su Fb”. Bologna, protesta studenti contro codice etico

di rea
Pubblicato il 22 Ottobre 2014 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA
"Non criticare Università su Fb". Bologna, protesta studenti contro codice etico

“Non criticare Università su Fb”. Bologna, protesta studenti contro codice etico (Foto Ansa)

BOLOGNA – “Ci vogliono mettere il bavaglio. Non possiamo criticare l’Università nemmeno sui social network”. Per questo protestano gli studenti del Collettivo universitario autonomo (Cua) di Bologna. Nel mirino c’è il nuovo “codice etico” dell’Alma Mater che prevede sanzioni per “chi nuoce al nome e al prestigio dell’Università”.

Ma per il rettore Ivano Dionigi, è solo l’ennesima protesta di un gruppetto sparuto di soliti noti:

“Ma quale bavaglio! Chi dice queste cose è il solito gruppo di venti persone diventate deformatori professionali. Gli stessi che hanno murato l’ufficio del professore Angelo Panebianco e ora mi accusano di violare la libertà di parola”.

Gli attivisti hanno fatto un breve corteo e appeso uno striscione all’ingresso dell’edificio di via Zamboni 33, sede del Rettorato, con la scritta

Codice etico, codice dell’ipocrisia – A parlare dell’università siano gli studenti”.

Poi hanno incollato sul muro, sotto l’avviso che vieta le affissioni, un cartello che contrappone, con scritte e immagini, il codice etico dell’Alma Mater al “contro codice” della Alma Riot (logo che identifica le lotte dei collettivi contro le politiche dell’Ateneo): studentati di lusso contrapposti a studentati occupati, piazze militarizzate contrapposte a strade libere e solidali.

“Se per il Rettore ledere l’immagine dell’Ateneo significa parlare dei problemi e delle necessità degli studenti – spiega il collettivo – noi continueremo a farlo e non ci sarà codice che ci potrà fermare”.

Ma cosa prevede esattamente questo nuovo codice etico? Dei 47 articoli che lo compongono ce n’è uno che ha dato particolarmente fastidio agli studenti: l’articolo 15.

“L’università — c’è scritto al primo comma — richiede a tutti i componenti della comunità di rispettare il nome e il prestigio dell’istituzione e di astenersi da comportamenti suscettibili di lederne l’immagine”.

“I componenti della comunità universitaria — recita il terzo comma — utilizzano tutti i mezzi di comunicazione in modo corretto e nel rispetto dell’istituzione e della riservatezza delle persone, evitando di diffondere informazioni, testi o immagini che possano nuocere al nome e al prestigio dell’università”.

“L’ateneo — chiude il quarto comma — «richiede a tutti i componenti della comunità di mantenere un comportamento rispettoso delle libertà costituzionali, del prestigio e dell’immagine dell’Istituzione, anche nell’utilizzo dei “social media”

Una polemica inutile, fa notare il rettore, dal momento che nello stesso regolamento c’è scritto anche che

“L’università promuove un contesto favorevole alle occasioni di confronto e riconosce le libertà di pensiero, di opinione ed espressione, anche in forma critica, al fine di garantire la piena esplicazione della persona, fatti salvi i limiti previsti dall’articolo 15 del presente codice.

“Si tratta di regole – sottolinea – approvate senza nessun problema anche dai rappresentanti degli studenti”.

Il Cua però insiste e annuncia la creazione di una pagina Facebook (Dillo all’Alma Mater) per portare avanti il diritto di critica e raccogliere segnalazioni da studenti, docenti e ricercatori. Un’altra giornata di protesta contro il codice etico è in programma il prossimo 4 novembre.