Non si apre il paracadute: cade da 4mila metri e muore

Pubblicato il 14 Novembre 2011 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – E’ morto dopo un volo da 4.000 metri a causa del paracadute che non si e’ aperto completamente e, forse, di un ritardo dei riflessi nell’azionare quello di emergenza. Piergiovanni Massazza, 78 anni, di Torino, era il decano dei paracadutisti piemontesi, con un’esperienza di oltre 60 anni, e 12 anni fa si era salvato in un incidente analogo, avvenuto, come quello di oggi, allo Sky Center di Cumiana, uno dei piu’ noti del Torinese.

Era anche riuscito a guarire da una grave forma di tumore e alla fine, lui che ha sempre insegnato ai suoi allievi a essere fatalista, e’ stato vinto dal destino, crudele e beffardo.

L’incidente e’ avvenuto intorno alle 16. Massazza era partito poco prima a bordo di un aereo Pilatus P-6. Aveva addosso un paracadute a profilo alare e il dispositivo di emergenza. Raggiunta la quota, si e’ lanciato come ogni fine settimana, quando era solito frequentare il club con il suo gruppo di amici storici. Quando lo ha aperto, il paracadute principale si e’ attorcigliato su se stesso. Massazza ha tentato di aprire quello di emergenza, ma la velocita’ di caduta, forse, e’ stata piu’ veloce dei suoi riflessi e cosi’ si e’ schiantato al suolo morendo all’istante. I sanitari del 118 e i Carabinieri non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Massazza era pensionato, era sposato e aveva due figli. Era considerato il decano dei paracadutisti piemontesi per la sua esperienza, ed era notissimo nell’ambiente per essere stato uno dei pionieri del paracadutismo sportivo quando di questa disciplina in Italia si parlava pochissimo. Negli anni Cinquanta era stato anche insegnante.

Per due volte aveva sfiorato la morte, ma era riuscito sempre a salvarsi e aveva continuato a praticare il paracadutismo sportivo. Oltre ad aver affrontato, e superato, la malattia, era stato protagonista di un drammatico incidente il giorno di Santo Stefano del 1999.

L’aereo sul quale si trovava insieme ad altri tre paracadutisti, un Pilatus PC6 – secondo il suo stesso racconto dell’epoca – aveva trovato turbolenza in quota, a circa tremila metri, era andato in stallo ed era caduto in picchiata. La velocita’ aveva spezzato il velivolo in due e i quattro paracadutisti si erano trovati nel vuoto.

In quella circostanza tutti e quattro erano riusciti a salvarsi aprendo i paracadute, mentre i due piloti dell’aereo erano morti nello schianto del velivolo al suolo. Uno dei paracadutisti che si salvarono allora lo ha visto morire oggi.

Un destino tragico e fatale. Proprio come lui intendeva la vita. ”Era un fatalista – racconta Roberto Lomonaco, direttore dello Sky Center di Cumiana, tra le persone che lo conoscevano meglio – ma forse dopo aver avuto un cancro, chiunque lo diventa per forza. Sono cose che bisogna provare per capire”.