Nuoro, detenuto si cuce la bocca per protesta

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA

NUORO – Drammatico gesto autolesionistico di un detenuto del carcere nuorese di Bad’e Carros che si e’ cucito la bocca e rifiuta cibo e acqua per protesta. La denuncia arriva dalla presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris, che ha ricevuto un appello da un ergastolano pugliese, Alessandro Bozza, 50 anni, di Vinosa (Taranto) in carcere da 20 anni e che si ritiene vittima di una ingiustizia.

Gli e’ stato precluso – denuncia l’ergastolano all’ associazione Sdr – l’accesso al laboratorio, dove effettua dei piccoli lavori, e alla scuola, che frequenta con profitto, in seguito ad un certificato medico che ne attesta la non idoneita’.

”Il detenuto tuttavia – spiega Caligaris – ritiene il provvedimento non fondato e in contrasto con un altro certificato che al contrario lo definisce abile al lavoro. Bozza, ideatore e autore dei libri-farfalla con i racconti, le favole e le filastrocche dedicate ai bambini dai detenuti della sezione Alta Sicurezza dell’Istituto Penitenziario di Bad’e Carros, e’ una persona di poche parole – continua la presidente dell’associazione – con una straordinaria sensibilita’.

La permanenza in carcere ha esasperato questa condizione rendendo il suo equilibrio particolarmente delicato. Non consentirgli l’accesso al laboratorio e alla scuola, senza una motivazione condivisa, e’ per lui l’equivalente di rinunciare alla vita. Il gesto estremo che ha compiuto e’ per lui l’unico in grado di fargli esprimere lo stato d’animo in cui si trova”.

Non e’ la prima volta che l’ergastolano si cuce la bocca. Quattro anni fa aveva compiuto lo stesso gesto, dopo 34 giorni di sciopero della fame.