Occhiobello (Rovigo), fratello del sindaco soffoca la madre e si uccide

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2016 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
Occhiobello (Rovigo), fratello del sindaco soffoca la madre e si uccide

Occhiobello (Rovigo), fratello del sindaco soffoca la madre e si uccide

OCCHIOBELLO (ROVIGO) – Omicidio-suicidio nel Polesine. Il fratello del sindaco di Occhiobello (Rovigo) ha ucciso la madre soffocandola e si è tolto la vita, scrive il quotidiano Il Gazzettino. L’uomo, Paolo Chiarioni, 65 anni, fratello del primo cittadino Daniele Chiarioni, viveva a casa della madre, Leda Bianchi, 88 anni, costretta su una carrozzina.

Mercoledì 29 giugno poco dopo le 14:30, riferisce il Gazzettino, l’uomo ha preso una notevole dose di tranquillanti, ha preso un cuscino e ha soffocato la madre. Poi ha infilato la testa in un sacchetto di plastica e si è tolto la vita. A scoprire i corpi è stata la compagna di Paolo.

In una lettera Paolo Chiarioni ha spiegato il motivo del gesto, scrivendo di non poter reggere al peso di accudire la madre.

Quanto accaduto è raccontato da Francesco Campi sul Gazzettino:

Un peso divenuto troppo gravoso e un gesto inaspettato compiuto dopo aver affidato i propri pensieri inquieti a un biglietto, dopo aver ingerito una massiccia dose di tranquillanti. Poi è entrato nella camera dell’anziana madre che si trovava a letto e l’ha soffocata premendole un cuscino sul volto, ha raggiunto la propria camera al piano superiore, si è disteso sul suo letto e si è stretto un sacco di plastica nera attorno al collo con un cavo, togliendosi lui stesso la vita per soffocamento, dopo aver subito perso coscienza. Una dinamica che appare tragicamente chiara, anche se per molti aspetti incomprensibili, per un omicidio-suicidio che sconvolge tutta la comunità di Occhiobello, ma ne travalica i confini, visto che l’uomo, il 65enne Paolo Chiarioni, storico edicolante di Santa Maria Maddalena, è il fratello di Daniele, sindaco da oltre un trentennio del Comune rivierasco, mentre l’anziana è sua madre, Leda Bianchi, 88 anni.

A scoprire la tragedia che si era consumata all’interno della villetta a due piani di via Lama, al numero 53, è stata la compagna del 65enne, Sergia Musacchi, che si doveva vedere con lui dopo pranzo, per andare insieme a fare la spesa.

(…) Il pm Sabrina Duò, che coordina le indagini dei carabinieri della Compagnia di Castelmassa, ha disposto l’autopsia per entrambe le salme e una perizia calligrafica sul biglietto, nel quale l’uomo con mano malferma dà conto del gesto che si apprestava a compiere, spiegando in sostanza di non essere più in grado di gestire la situazione. Era stato lui stesso a volersi accollare interamente l’onere di accudire l’anziana madre, una donna dal carattere forte, piegata negli ultimi tempi sia da acciacchi che ne minavano il fisico, rendendo in particolare difficile la deambulazione, sia da una situazione di affaticamento mentale, con una sorta di depressione in cui era caduta da tempo. Ultimamente anche il figlio sembra essere piombato in una crisi, sfociata in un gesto estremo.