Olimpiadi 2024, Renzi candida Roma. Conviene? Nel paese di Expo e mafia Capitale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2014 - 12:09 OLTRE 6 MESI FA
Olimpiadi 2024, Renzi candida Roma. Conviene? Nel paese di Expo e mafia Capitale

Matteo Renzi e Giovanni Malagò (Foto LaPresse)

ROMA – Matteo Renzi ha candidato Roma per ospitare le Olimpiadi del 2024. “Lo faremo per vincere, non per partecipare”, ha ribadito il premier sottolineando l’impegno del governo a sostegno del Coni per raggiungere l’impresa. Un grande progetto per rilanciare l’Italia, secondo Renzi, ma anche un grande rischio per il Paese.

Gli altri Paesi che, come la Grecia, hanno ospitato le Olimpiadi per rilanciare l’economia si sono ritrovati coi conti ancora più in rosso dopo i giochi. E in Italia, con indagini aperte per corruzione sugli appalti dell’Expo 2015, altro progetto che avrebbe dovuto rilanciare il paese, e con le recenti cronache dell’inchiesta “Mafia Capitale“, il dubbio che tutto possa filar liscio fino al 2024 è alto. E allora non resta da domandarsi, nonostante l’impegno e l’annuncio del governo, se convenga correre per ospitare le Olimpiadi o meno.

Ignazio Marino, sindaco di Roma, si è detto orgoglioso della candidatura:

“Dobbiamo essere orgogliosi di questa candidatura che Roma affronta con lo spirito di vincere. Roma è la Capitale del mondo ed è un grandissimo giorno per la nostra città”.

“OLIMPIADI 2024, CANDIDO ROMA” – L’annuncio della candidatura è arrivato durante la consegna dei collari d’oro del Coni. Il premier Renzi ha dichiarato:

“Da gennaio partirà il Comitato promotore sotto la guida di Giovanni Malagò e non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi. Il Governo italiano è pronto insieme al Coni a fare la propria parte, per un progetto fatto non di grandi strutture ma di grandi persone. Sarà una delle cose più belle da fare. Ci riempie il cuore di orgoglio, emozione e difficoltà. Avremo strutture all’avanguardia, su tutto ci sarà un controllo tecnico di spesa. Il progetto è incentrato su Roma capitale, come è giusto che sia, poi spetterò al Coni allargare la proposta ad altre città, come stabilito dal Cio la settimana scorsa. Avremo un raggio d’azione per consentire alla candidatura di essere credibile e di vincere”.

Giovanni Malagò, a capo del coni, ha ringraziato il premier:

“Mai come in questo momento, l’appuntamento è diventato così importante, anche in considerazione dell’attesa e delle aspettative che ci sono. Matteo grazie . In questo periodo sei sempre molto vicino al nostro mondo, e con il sottosegretario Graziano Delrio c’è un rapporto di amicizia che va al di là dei rapporti istituzionali”.

ROMA IN ROSSO COME ATENE? – Conviene o no candidare Roma alle prossime olimpiadi? Tra i rischi a cui andiamo incontro, ricorda Francesco Spini su La Stampa, lo stesso per cui già il governo Monti rinunciò a candidare la Capitale ai giochi olimpici del 2020. Il motivo? L’esempio avuto dalla Grecia:

“«Almeno in parte il progetto delle Olimpiadi di Atene nel 2004 ha contribuito al dissesto finanziario della Grecia. E questa è una delle considerazioni che ci ha guidato a essere prudenti…». Ed effettivamente quello ellenico fu un disastro: i 15 miliardi di euro stanziati per stadi e infrastrutture furono l’inizio della fine che, nel 2012, portò la Grecia al fallimento.

A Pechino nel 2008 andò meglio. Ma anche in un’economia forte, i 60 miliardi investiti per i Giochi lasciarono una lunga scia di debiti tra gli enti locali. Anche a Londra, per fare l’esempio più recente (2012), ancora oggi si chiedono se sia valsa la pena spendere 10 miliardi di euro e più. Tempo fa uno studio del governo (contestato da più parti, per la verità) aveva dato risposta affermativa, sostenendo un ritorno da circa 12 miliardi.

E in Italia? Nel 2012 la Commissione di compatibilità economica presieduta dall’economista dell’Università Cattolica di Milano, Marco Fortis, valutò la candidatura romana alle Olimpiadi del 2020 a impatto neutro (gli investimenti sarebbero stati ripagati dai ritorni dei Giochi), con un beneficio – nell’arco di oltre un decennio – dell’1,4% del Pil e di 170 mila posti di lavoro in più.

Oggi Fortis non conferma le cifre («il contesto è cambiato rispetto all’esame econometrico che ci fece Prometeia») ma, spiega, «è molto probabile che le stime di allora non cambierebbero in maniera sostanziale»”.

Gli investimenti iniziali però sarebbero alti e se Fortis si dice ottimista, Francesco Daveri, economista dell’università di Parma, è contrario:

“«Ero contrario due anni fa e non ho cambiato idea . Anche nell’esperienza di altri Paesi, dove c’è un minor tasso di corruzione che da noi, si vede come i grandi eventi tendono ad avere un tasso di rendimento molto più basso di quello previsto. Non è quello che serve per la ripresa»”.

EXPO, MAFIA CAPITALE E… – Se qualcuno si dice ottimista su un ritorno economico dalle Olimpiadi, altro problema italiano resta quello della corruzione. Lo scandalo che ha travolto Expo 2015, evento che avrebbe dovuto rilanciare l’Italia proprio come le Olimpiadi, e le recenti vicende giudiziarie dell’inchiesta “Mafia Capitale”, fanno temere che candidarsi ai giochi non sia una buona idea.

Guido Ruotolo su La Stampa riporta la posizione di un ottimista Raffaele Cantone, Autorità nazionale dell’Anticorruzione:

“«Sono convinto che allora, tra nove anni, non staremo ancora a stracciarci le vesti per la corruzione. Perché mi auguro che la corruzione nel 2024 sia fisiologica, propria di una democrazia occidentale».

Sembra una sorta di esorcismo, quello di Cantone. Ma la pensa come lui anche Alessandro Laterza, Giunta Confindustria:

«Sarebbe una follia fermarsi, non candidarsi solo perché si correrebbe il rischio di fenomeni di corruzione. Bisogna impedire che questi si manifestino. È sostanzialmente dotandoci di alcuni strumenti che dobbiamo scoraggiarla: massima trasparenza e semplificazione nelle procedure»”.

Renzi sarebbe così pronto a sfidare il pessimismo e la corruzione dilagante, prosegue Ruotolo:

“E questi mesi che sono stati traumatici per gli arresti, per la scoperta delle mazzette che giravano per gli appalti di Expo 2015 o del Mose di Venezia, hanno convinto il governo a correre ai ripari. Con interventi legislativi e con la creazione dell’Autorità nazionale Anticorruzione.

Qualche dubbio rimane, sentendo per esempio Maurizio Carbone, segretario nazionale dell’Anm, l’Associazione nazionale dei magistrati: «Se penso al futuro, alle Olimpiadi che verranno, ho qualche perplessità perché il pacchetto anticorruzione appena approvato è debole. Non prevede una politica di benefici premiali per chi collabora e non si è voluto affrontare il sistema della prescrizione».

Appalti, gare, corsie preferenziali, stadi nuovi, palestre e alberghi. E poi, con la storia delle Olimpiadi, come accadde con Mondiali 90 o addirittura con la Ricostruzione post terremoto 1980, si sfruttano sempre queste «emergenze» per infilarci dentro di tutto e di più”.

E il giornalista su la Stampa conclude:

“Insomma, ci sono le condizioni perché le Olimpiadi del 2024 siano una «opportunità e non una occasione»: «La corruzione – conclude Cantone – non può diventare un alibi. Possiamo contrastarla anche con meccanismi di trasparenza nella gestione»”.