Omicidio Chiara Gualzetti, l’amico indagato: “Ho sentito una spinta superiore”. Ipotesi premeditazione

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Giugno 2021 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA
Omicidio Chiara Gualzetti, l'amico indagato: "Ho sentito una spinta superiore". Ipotesi premeditazione

Omicidio Chiara Gualzetti, l’amico indagato: “Ho sentito una spinta superiore”. Ipotesi premeditazione (Il luogo del ritrovamento, foto Ansa)

Omicidio di Chiara Gualzetti, l’indagato, un amico della sedicenne di Monteveglio di Valsamoggia (Bologna), confessa e dice: “Ho sentito una spinta superiore”. 

Il sedicenne fermato per l’omicidio di Chiara Gualzetti ha confessato e ricostruito in maniera lucida e precisa il delitto, ma sul movente ha dato più spiegazioni non comprensibili.

Avrebbe detto di aver agito sulla base di una spinta superiore, una sorta di voce interiore che gli ha detto di uccidere. Poi avrebbe riferito che la ragazza gli aveva espresso il desiderio di morire.

Inoltre ci sarebbe stato da parte di Chiara un interesse sentimentale nei suoi confronti, forse non corrisposto. Il racconto è al vaglio della Procura per i minorenni di Bologna, che sta valutando un accertamento psichiatrico.  

Omicidio di Chiara Gualzetti: la confessione dell’amico indagato

L’indagato ha detto di aver agito da solo. Avrebbe dato appuntamento a Chiara Gualzetti, l’avrebbe portata ai margini del bosco nel parco dell’Abbazia di Monteveglio e lì l’avrebbe uccisa, domenica scorsa. In quel punto, parzialmente nascosto da un cespuglio, il cadavere è rimasto per un giorno, quando è stato trovato ieri pomeriggio dai volontari attivati dai genitori.

Il racconto del sedicenne sarà riscontrato in ogni suo punto dai carabinieri e dalla Procura per i minorenni di Bologna. Sarà disposta l’autopsia per verificare i tempi e le modalità del delitto, compiuto a coltellate.

E sono stati sequestrati i telefoni per ricostruire i rapporti tra i due, i messaggi che si sono scambiati. L’indagato ha cancellato alcune chat prima di essere rintracciato dai militari. 

Chiara Gualzetti, l’accusa è di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla minore età della vittima

Omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che la vittima aveva meno di 18 anni: è questa l’ipotesi d’accusa formulata dalla Procura per i minorenni di Bologna nei confronti del ragazzo di 16 anni sottoposto a fermo nella notte, dopo l’interrogatorio nel corso del quale ha confessato di aver assassinato Chiara Gualzetti.

Gli inquirenti hanno elementi per pensare che il ragazzo avesse pianificato il delitto, dando appuntamento alla ragazza con l’intenzione di ucciderla e portando con sé un coltello che poi è stato ritrovato a casa sua, insieme al telefonino della vittima e ad alcuni abiti sporchi di sangue. 

Il giovane, ha spiegato il capitano dei carabinieri di Bologna Borgo Panigale, è stato rintracciato ieri nel capoluogo emiliano: i militari avevano avviato accertamenti su di lui in quanto ultimo contatto della ragazza, scomparsa da domenica, e hanno effettuato una perquisizione. 

Sul profilo Instagram dell’indagato una minaccia di morte

Un ragazzo magro che mette in mostra i muscoli a torso nudo. Così si ritraeva sui social il sedicenne indagato per aver ucciso a Monteveglio l’amica Chiara Gualzetti.

Nelle poche foto visibili sul suo profilo il giovane, che vive nello stesso territorio dei comuni di Valsamoggia, ha pubblicato selfie davanti a uno specchio, con le mani in tasca.

Sulla stessa pagina Instagram è presente anche tra i commenti una minaccia di morte, pubblicata nelle ultime ore.