Omicidio Desio, il figlio di 18 anni confessa: “Ho ucciso io mio padre”

Pubblicato il 1 Marzo 2010 - 20:23 OLTRE 6 MESI FA

Si aspettano ancora i riscontri delle prove scientifiche, ma la confessione c’è già. Gli inquirenti che indagano sull’omicidio dell’operaio di Desio vogliono attendere gli esiti dell’esame dello “stub” (la verifica della polvere di sparo sulle mani) effettuato sui due fratelli accusati di aver ucciso il padre Cosimo Agostino di 44 anni, freddato con tre colpi di pistola nell’abitazione della famiglia.

Vincenzo, 18 anni, si è preso tutta la responsabilità del delitto, scagionando così il fratello di 16 anni e la madre «ma anche una confessione necessita di riscontri», lasciano trapelare gli investigatori. Di certo c’è che il presunto omicida ha fornito indicazioni sul luogo dove era occultata l’arma, una calibro 9 con la matricola abrasa che era accuratamente nascosta in un bosco vicino al laghetto di Giussano, in Brianza. Ma la sera stessa dell’omicidio i carabinieri avevano sottoposto allo “stub” anche la madre; e anche di quell’esame si vogliono vedere i risultati.

Vincenzo avrebbe fornito come movente le percosse subite dal genitore quella stessa sera: quando l’operaio, che a quanto pare aveva problemi di alcolismo, stava per picchiare anche la moglie, il giovane avrebbe preso l’arma detenuta illegalmente da Cosimo Agostino e l’avrebbe usata contro di lui. Poi madre e fratelli avrebbero inscenato l’omicidio da parte di estranei. Nel frattempo i due fratelli imputati rimangono detenuti, uno nel carcere di Monza, l’altro, il minorenne, al Beccaria.