Omicidio di Savona: il tabaccaio ha confessato

Pubblicato il 11 Gennaio 2010 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA
La vittima Francesca Bova

La vittima Francesca Bova

Ha confessato Marco Francesco Virgilli, il tabaccaio incensurato di 34 anni, fermato dai carabinieri per l’assassinio di Francesca Bova, la donna di 29 anni trovata venerdì scorso con il cranio fracassato nelle cantine del condominio di Borghetto Santa Spirito (Savona) in cui viveva con i genitori ed il figlioletto di otto mesi.

Virgilli, originario di Milano ma residente da anni a Borgio Verezzi (Savona), è titolare di una tabaccheria di corso Europa 5 a Borghetto Santo Spirito, frequentata dalla vittima, appassionata giocatrice di videopoker. La donna, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, era un’assidua frequentatrice dei bar arrivando a spendere molti soldi, anche 200-300 euro al giorno.

Spesso chiedeva prestiti, forse anche a Virgilli. L’esercente ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia in carcere al gip Emilio Fois.

Il difensore di Virgili, avvocato Luca Siccardi, ha affermato: «È chiara la non premeditazione dell’omicidio. Chiederemo il rito abbreviato». Secondo il racconto del reo confesso, Francesca Bova, con la quale non c’era nessuna relazione amorosa, lo stava ricattando dalla primavera dello scorso anno, chiedendo continuamente soldi per poter giocare ai videopoker e minacciando di fare del male alla moglie e alle sue due figlie di 6 e 3 anni se non le avesse dato il denaro. Secondo quanto raccontato da Virgili, la donna dimostrava di conoscere anche tutti i movimenti dei suoi familiari e questo lo avrebbe spaventato molto.

Giovedì scorso a mezzogiorno la donna si è recata per l’ennesima volta nella tabaccheria di Borghetto per chiedere soldi, minacciando l’uomo che se non glieli avesse dati avrebbe mandato qualcuno a fare del male a sua figlia quando usciva dall’asilo. Virgili ha detto allora di essersi recato a casa della vittima per incontrarla portando con sé la pistola che teneva nel negozio per proteggersi da chi, mandato dalla Bova, avrebbero potuto aggredirlo. Una volta nella cantina la discussione è degenerata e ha sparato alla donna commettendo quello che viene definito omicidio d’impeto.