PISA – Si rafforza l’ipotesi che Federico Zini in realtà abbia [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,-Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] premeditato l’omicidio dell’ex fidanzata Elisa Amato.
I colpi sparati dal calciatore, che ieri avrebbe compiuto 25 anni, sono stati quattro: tre contro Elisa e uno contro se stesso, alla testa. Dopo aver sparato all’ex fidanzata, Zini si è diretto verso San Miniato, fino al parcheggio del campo sportivo di Gargozzi, in via Fornace Vecchia. Qui il giovane si è tolto la vita quasi sicuramente quando la sua ex fidanzata era già morta.
L’esame balistico fornirà ulteriori dettagli sull’omicidio-suicidio, mentre gli inquirenti, più passano le ore, racconta La Nazione, più si convincono che Federico Zini sia partito da casa sua, da La Catena di San Miniato, con la premeditazione in testa.
Maurizio Zini, in lacrime parla del figlio: “Non riusciamo a darci una spiegazione, Federico era un ragazzo solare che, nonostante i 25 anni, andava a fare la spesa con la mamma”. “Alle nove di venerdì sera è uscito dicendo ‘Ciao, ci vediamo più tardi’, non sappiamo cosa sia successo tra loro, tra Federico ed Elisa – aggiunge Maurizio Zini – La pistola in casa non l’abbiamo mai vista, non sappiamo neanche che esisteva. Condanniamo questo gesto, questo estremo gesto e chiediamo scusa”.
Il vescovo di San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca, ha pubblicato ieri un messaggio su Facebook. “Profondamente addolorato per la morte di Elisa Amato e Federico Zini, desidero esprimere, accanto alle tante domande e allo sconcerto per il gesto ingiustificabile compiuto dal giovane, la mia vicinanza e la mia solidarietà alle famiglie così terribilmente colpite da questa tragedia – le parole del vescovo –. Mi unisco in preghiera a tutti loro, certo che l’amore e la misericordia di Dio accompagnano anche questa dolorosissima vicenda. Insieme al dolore per quanto accaduto e alla preghiera per i due giovani la cui vita è così tragicamente finita, per i famigliari e gli amici, prego anche per i nostri giovani perché la speranza, la capacità di dialogo, il rispetto reciproco e di se stessi, la vicinanza degli altri, li aiutino a ritrovare sempre le strade del bene e a non giungere mai più a gesti estremi”.