Milano, è stato ucciso per un regolamento di conti Francesco Calabretta

Pubblicato il 11 Luglio 2010 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA

E’ stato un regolamento di conti tra malavitosi l’omicidio di Francesco Calabretta, 42 anni, qualche precedente per spaccio, giustiziato ieri sera a Cornaredo, nell’hinterland milanese. Il suo assassino, un operaio pluripregiudicato del Pavese, e’ ora in carcere. Ad incastrarlo e’ stato la pistola che aveva con se’, la stessa usata per uccidere.

L’omicidio e’ avvenuto attorno alle 22.30 alla periferia del piccolo centro alle porte di Milano. Calabretta, originario della provincia di Catanzaro, qualche guaio con la giustizia, disoccupato, e’ stato ucciso con tre colpi di pistola, due in faccia e uno al torace, davanti a casa, palazzo popolare in via Primo Levi, dove viveva con l’anziana madre. Ed e’ stato proprio il rumore degli spari a richiamare l’ attenzione di una pattuglia dei carabinieri di Cornaredo che ieri sera si trovava in zona. Giunti sul posto, i militari hanno sorpreso un uomo armato di pistola, casco in testa, che si allontanava velocemente a piedi verso uno stabile. Subito e’ scattato l’inseguimento con la reazione dello sconosciuto che ha tentato di sparare ai due carabinieri senza, pero’, riuscirci: la Beretta semiautomatica calibro 9 si e’ infatti inceppata. Cosi’ l’uomo, dopo una breve colluttazione, e’ stato immobilizzato, ammanettato e portato in caserma per poi essere arrestato in flagranza di reato qualche ora dopo.

Si tratta di P.F., 38 anni, sposato, tre figli, residente a Robbio (Pavia) e con precedenti in particolare per rapina e detenzione illegale di armi: dagli accertamenti e’ risultato che la pistola che impugnava era la stessa usata per assassinare Calabretta. Per tutta la notte, fino a questa mattina, i carabinieri di Cornaredo e di Rho hanno sentito alcuni testimoni dell’omicidio e i parenti della vittima che hanno parlato di uno ”dal carattere rissoso, ma in fondo una brava persona”. Inquirenti e investigatori hanno interrogato l’operaio ritenuto responsabile del delitto, il quale pero’ si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Nei suoi confronti il pm di turno Francesca Celle ha formulato le accuse di omicidio volontario e detenzione illegale di arma e, oltre ad aver disposto l’autopsia, ha inoltrato al gip la richiesta di convalida dell’arresto. Al momento il movente e’ riconducibile a un regolamento di conti nell’ambito della criminalita’ comune.