Omicidio Luca Massari: Stefania Citterio colpevole, ma dovrà soltanto risarcire

MILANO – Riconosciuta responsabile di concorso in omicidio, dovrà soltanto risarcire i danni ai familiari della vittima. E’ la singolare sentenza emessa a carico di una donna di 29 anni, Stefania Citterio. Secondo le indagini, sarebbe stata lei la prima ad aggredire Luca Massari, il tassista milanese che nell’ottobre 2010, dopo aver investito un cane ed essere sceso dall’auto per scusarsi, venne brutalmente picchiato e ucciso, alla periferia di Milano.

Per lei è arrivata una condanna penale a 10 mesi per minacce e un’altra, ma ai soli fini civili, per concorso anomalo nell’omicidio. Un verdetto che ha stupito anche gli avvocati presenti in aula, ma che, pur nella sua particolarità, ha una spiegazione logica e giuridica. I giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano (presidente del collegio Anna Conforti), infatti, hanno potuto accogliere solo il ricorso dei familiari di Massari, rappresentati dall’avvocato Cristiana Totis, gli unici ad aver chiesto che venisse dichiarata la responsabilità della donna nell’uccisione, anche se ai soli fini del risarcimento danni, “unica strada” per la parte civile.

La Procura invece non aveva presentato appello per chiedere la riqualificazione del reato da minacce a concorso anomalo in omicidio, imputazione che aveva, invece, contestato in primo grado, formulando per la giovane una richiesta di 21 anni di carcere.

Il 10 ottobre del 2010, il tassista Massari stava viaggiando lungo via Luca Ghini, alla periferia sud di Milano, quando un cane finì sotto la sua auto. Scese per scusarsi ma non fece in tempo, perchè venne pestato brutalmente, andò in coma e morì. Per quell’aggressione, il 14 luglio 2011, è stato condannato con rito abbreviato (sentenza poi confermata in appello) a 16 anni di carcere Morris Ciavarella, il giovane che, stando alle indagini del pm Tiziana Siciliano, avrebbe sferrato ”gli ultimi due micidiali colpi”: una ginocchiata in faccia e una spinta violenta.

Stefania Citterio, fidanzata di Ciavarella, e il fratello Pietro Citterio erano stati condannati, invece, con rito ordinario nel maggio 2012 dalla prima Corte d’Assise di Milano: lei a 10 mesi per minacce e lui a 14 anni per concorso anomalo nell’omicidio, incendio e lesioni. La Procura di Milano, però, in secondo grado non ha fatto appello sul reato contestato alla donna, ma solo per chiedere un aumento delle pene: 11 mesi per lei e 14 anni e 5 mesi per il fratello. Impugnazione (presentata in aula dal sostituto pg Maria Vulpio) che, tra l’altro, non è stata accolta dai giudici.

La Corte, invece, ha accolto il ricorso dei familiari di Massari, che in qualità di parte civile sostenevano la responsabilità nell’omicidio di Stefania Citterio, come descritta nell’imputazione originaria della Procura. Secondo le indagini, infatti, era stata proprio lei la prima ad insultare e a picchiare Massari, gridando ”ti ammazzo, ti ammazzo”. Poi erano intervenuti il fratello e il fidanzato. Per l’imputata è arrivata la condanna al risarcimento per concorso anomalo in omicidio (il danno dovrà essere quantificato in una causa civile), mentre è rimasta ferma quella penale a 10 mesi per minacce. La pena per il fratello, invece, è stata limata al ribasso e portata a 13 anni.

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