Omicidio Meredtih Kercher, Rudy Guede: “Quella notte…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2016 - 08:39 OLTRE 6 MESI FA
Raffaele Sollecito (foto Ansa)

Raffaele Sollecito (foto Ansa)

ROMA – Rudy Guede, l’unico condannato per l’omicidio di Meredtih Kercher, intervistato dal programma Storie maledette, parla e racconta la sua (nuova) verità. Intervistato da Storie Maledette, quando gli chiedono se lui è l’unico colpevole dell’omicidio di Mez, risponde: “Io sono l’unico condannato. E sono certo di quello che dico, al 101 per cento, perché ho avuto modo di conoscere tutte e due le ragazze, ma soprattutto ho conosciuto Amanda Knox”. Dito puntato, insomma, contro la Knox e Raffaele Sollecito, assolti in Cassazione. Per Guede i colpevoli sono gli altri:

“Non sono stato io – insiste –. Non è stata trovata alcuna traccia di mio dna sul coltello con il quale Meredith è stata uccisa. E anche la simulazione del furto nella casa conferma quello che dico. Sul sasso lanciato per rompere la finestra non ci sono le mie impronte. Come avrei fatto a cancellarle? Sono stato descritto come un ladruncolo, un bugiardo. Me se così fosse avrei avuto altre denunce, qualche condanna. Non sono un santo, ma ho fatto le cose che fanno tutti i ragazzi della mia età. E quando mi sono trovato nella casa del delitto sono fuggito perché ho avuto paura. Nessuno mi avrebbe creduto. Ho pensato: negro trovato, colpevole trovato. Le indagini successive, fatte malissimo, mi hanno dimostrato che avevo ragione”.