Omicidio Rafael Cohen, Giulio Trevisani e Alessia Marini prosciolti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2014 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA
Omicidio Rafael Cohen, Giulio Trevisani e Alessia Marini prosciolti

Omicidio Rafael Cohen, Giulio Trevisani e Alessia Marini prosciolti

ROMA – Omicidio del commerciante Rafel Cohen, l’ex agente segreto Giulio Trevisani è innocente. La corte di Assise di Roma ha prosciolgo lo 007 dall’accusa di aver accoltellato due anni fa Cohen.

Per Trevisani la pubblica accusa aveva chiesto l’ergastolo, ma per il presidente della Corte di Assise, Anna Argento, “l’imputato deve essere assolto per non aver commesso il fatto”. Così l’ex agente dell’Aise può tornare a casa dopo due anni passati in carcere.

Trevisani era accusato non solo di omicidio, ma di omicidio premeditato. Secondo l’accusa, infatti, Trevisani avrebbe ucciso Cohen, commerciante romano di origini ebraiche, per difendere l’onore della sua amante e dipendente della vittima, Alessia Marini, anche lei finita sotto processo per favoreggiamento e anche lei assolta.

Secondo la ricostruzione della Procura, riferisce Michela Allegri sul Messaggero, 

“l’uomo che il 13 giugno del 2011 uccise Cohen agì con destrezza, programmando ogni mossa nei dettagli. Si nascose nell’androne del palazzo in cui il commerciante abitava, in via Rodolfo Lanciani, nel quartiere Tiburtino. Aspettò la vittima per ore. E quando Cohen, alle sette di sera, aprì il portone d’ingresso, il suo assassino lo ferì al petto con una coltellata mortale. Ad uccidere Rafael, un unico fendente diretto al cuore”.

Per l’accusa quel colpo preciso sarebbe stato sferrato da un professionista. Secondo il pm, appunto, Trevisani.

“Aveva pure un movente per volere morto il commerciante. A quanto sembra, Rafael avrebbe ripetutamente molestato la Marini, riservandole attenzioni che lei non gradiva e non ricambiava. Un fitto scambio di sms tra i due amanti e l’esame delle celle telefoniche sembravano poi non lasciare scampo allo 007.

Il tribunale, però, ha deciso diversamente. Le prove non sono abbastanza solide. Trevisani e Marini sono innocenti. A questo punto, quindi, l’assassino è ancora in libertà.