Ivano Gritti bussa a casa dell’amico: ucciso a colpi di pistola. Da Ciro Esposito?

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2018 - 16:42| Aggiornato il 10 Gennaio 2018 OLTRE 6 MESI FA
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Ivano Gritti bussa a casa dell’amico: Ciro Esposito lo uccide a colpi di pistola

VENEZIA – Ha bussato a casa dell’amico e qualcuno gli ha scaricato contro due colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto all’occhio. Forse proprio l’amico. Così secondo l’accusa lunedì notte a Venezia Ciro Esposito, napoletano di 51 anni, avrebbe ucciso Ivano Gritti, di 48 anni. La tragedia si è consumata dinanzi agli occhi atterriti dei vicini, in una zona del centro storico a ridosso di Piazzale Roma fatta di vecchie casette basse di edilizia popolare divise da piccoli giardini.

Dopo aver discusso animatamente, scrive l’Ansa e La Nuova Venezia, Gritti avrebbe bussato alla porta di Esposito gridando più volte “fammi entrare” e quest’ultimo, per tutta risposta, avrebbe sparato con un’arma illegale con la matricola abrasa. I Carabinieri sono intervenuti immediatamente, mentre i sanitari tentavano inutilmente di rianimare Gritti. E’ nata una trattativa per convincere Esposito, con precedenti per reati contro il patrimonio, alla resa. Dopo lunghi momenti di tensione, l’uomo si è deciso ad aprire la porta e a farsi arrestare in flagranza di reato. Portato in caserma, ha fatto le prime ammissioni davanti al magistrato Patrizia Ciccarese ed è stato condotto in carcere.

I vicini sostengono che alla resa dei conti tra i due abbia partecipato anche una terza persona che è riuscita a far perdere le sue tracce prima dell’arrivo degli investigatori. Esposito avrebbe occupato abusivamente l’abitazione in cui si trovava. Gritti, pregiudicato per spaccio, si era installato nella casa assegnata alla madre dopo aver lasciato la sua residenza della Giudecca. “Si conoscevano da tempo – racconta una vicina – sembravano grandi amici, erano sempre assieme. Di notte si vedeva gente strana, tra cui vari minorenni, che entrava e usciva continuamente dalle loro porte”.

Non era la prima volta che li si sentiva litigare, sempre per questioni legati ai misteriosi lavori che gestivano insieme. Una delle piste seguite dagli investigatori per comprendere il movente del delitto porterebbe sino agli ultimi tre colpi a negozi e supermercati avvenuti in centro storico nelle ultime settimane. A spaventare gli abitanti della zona era anche il pitbull che Esposito portava sempre con sé e che pare avesse già sbranato altri cani. “Da un anno – spiega una conoscente – girare la sera in questa parte di Venezia era più pericoloso, c’erano sempre brutte facce in giro”.