Omicidio egiziano via Padova: fermata una persona

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 17:52 OLTRE 6 MESI FA

Disordini a via Padova

C’è voluta meno di una settimana, alla polizia, per trovare il primo presunto responsabile dell’omicidio di Ahmed Abdel Aziz El Sayed, l’egiziano di 19 anni ucciso sabato scorso, in via Padova, durante una lite con un gruppo di stranieri. La svolta nelle indagini si è avuta ieri, e in serata gli investigatori della Squadra Mobile hanno fermato O.G., di 31 anni, uno straniero con regolare permesso di soggiorno.

Potrebbe essere stato proprio lui, secondo indiscrezioni, a sferrare il fendente mortale al petto della vittima. L’uomo non è uno degli immigrati che vive in via Padova; anzi, pare abiti nella zona opposta della città rispetto al luogo del delitto, al confine tra Milano e Rozzano (Milano). Secondo quanto si è appreso, svolge vari lavoretti, quasi sempre in nero, e sulla sua frequentazione con gang di latinos al momento la polizia non si sbilancia.

Il fermato però ha qualche piccolo precedente, pare per porto di armi bianche. Evidentemente non si tratta di un tipo tranquillo. Le indagini intanto proseguono in modo serrato, mentre il procuratore aggiunto Armando Spataro si è recato in Questura per interrogare il fermato. All’uomo viene contestato il reato di concorso in omicidio volontario aggravato e lesioni volontarie aggravate. Sul fronte dei disordini avvenuti dopo il fatto di sangue, invece, è salito a dieci il numero delle persone, tutti giovani egiziani, fermate per aver partecipato al danneggiamento.

Oggi infatti i carabinieri del Nucleo informativo hanno reso noto di aver fermato, ieri, un altro egiziano ritenuto responsabile degli atti di vandalismo alle auto. L’immigrato, A.H.H., 21 anni, è stato trovato all’interno di un bar al’angolo tra via Padova e via Arqua, a poca distanza da dove è stato accoltellato El Sayed. Nel corso dei tafferugli dello scorso sabato, secondo il bilancio fatto dalle forze dell’ordine, erano state ribaltate nove auto, mentre 17 erano quelle danneggiate e cinque i negozi, quasi tutti con insegne latino-americane, che avevano subito atti di vandalismo.

Subito dopo che la situazione era tornata alla normalità, 37 egiziani erano stati accompagnati in Questura. Ventitré di essi erano risultati regolari sul territorio italiano mentre dei rimanenti, irregolari, quattro erano stati subito fermati con l’accusa di “devastazione”, reato che poi è stato contestato anche ai successivi sei. Tra essi, però, non c’era ovviamente nessuno coinvolto nell’omicidio, dato che sin dall’inizio tutte le testimonianze, comprese quelle dell’amico dell’egiziano, un ivoriano ferito a una spalla, e di un altro egiziano, che era riuscito a sottrarsi alla banda di aggressori, avevano parlato di “sudamericani”. E in questo senso si sono mosse da subito le indagini della Squadra mobile, tra l’altro particolarmente esperta in questo genere di bande, che proprio in via Padova, tra il parco Trotter e alcuni locali nelle vie traverse, hanno una delle loro zone preferite.