Meglio l’ospizio lager che il nonno in casa

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 14:38| Aggiornato il 3 Settembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il problema non era che l’ospizio dove avevi sistemato il nonno e la nonna era abusivo e per 1.200 euro in nero al mese li maltrattava e li faceva dormire negli sgabuzzini. Il problema è che, ora che la polizia ha chiuso uno dei tanti lager per anziani disseminati in tutta Italia, il nonno non sai dove metterlo. E’ successo a Roma, in zona Flaminio, dove la polizia ha chiuso una casa di riposo abusiva in cui alcuni pazienti erano stati rinchiusi in dei ripostigli e in cui si somministravano farmaci senza prescrizione medica.

La sorpresa per gli agenti è stato sentirsi rispondere: “E ora come faccio con mia moglie? Lei a casa non lo vuole più”. Oppure: “Scusate tanto, ma io mio padre non so proprio dove metterlo. Ma davvero lì dentro lo trattavano così male?”. Fra loro c’è anche il caso di un uomo di 68 anni con problemi psichici, uscito dal coma pochi mesi fa e dimesso dall’ospedale. Il suo tutore pagava la retta dagli Stati Uniti ed era, come l’ex moglie, contento così. Contento che il poveretto fosse rinchiuso in un bagno minuscolo per non far vedere le sue piaghe ai medici dell’Asl.

Del resto, come hanno riferito le due badanti rumene che lavoravano come infermiere abusive, per anni nessuno di questi poveri nonni ha ricevuto visite. Ai parenti andava bene così, anche se la responsabile della struttura, 49 anni, era già stata coinvolta in una brutta analoga faccenda a Grottarossa. Era un modo per risolvere il problema del parcheggio dell’anziano genitore, fa niente se il “garage” era sporco e maltenuto… “ora parcheggio a casa non ce n’è”. L’unica soluzione è la “rottamazione”. Cioè dare il genitore per morto, “archiviandolo” in quelli che Gianna Fregonara sul Corriere ha definito “orfanotrofi” per vecchi.