Otite curata con omeopatia, muore a 7 anni. Donati i suoi organi. Nonno: “Denunciamo il medico”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Maggio 2017 - 18:52 OLTRE 6 MESI FA
Otite curata con omeopatia, muore a 7 anni

Foto Ansa

PESARO – I genitori del bambino di 7 anni di Cagli (Pesaro), morto all’ospedale di Ancona a seguito di complicazioni per un otite curata con metodi omeopatici, hanno donato il loro assenso alla donazione degli organi del piccolo. Lo afferma Francesca De Pace, responsabile regionale Marche per i trapianti.

“Nel momento più brutto della loro vita – dice De Pace – i genitori del piccolo vogliono dare una speranza ad altri pazienti, aiutandoli a salvare le loro vite. E per questo li ringraziamo”.

Il bimbo di Cagli aveva accusato un otite 15 giorni fa. I genitori, entrambi commercianti, avevano scelto di farlo curare con l’omeopatia da un loro medico di fiducia, con studio a Pesaro, Massimiliano Mecozzi. Le condizioni del minore si sono però aggravate, e dopo il ricovero all’ospedale di Urbino il 23 maggio è seguito quello al Salesi di Ancona, dove nonostante un intervento chirurgico i medici non sono riusciti a salvargli la vita. Sulla vicenda indaga la procura della Repubblica.

Un familiare del bambino ha fatto sapere intanto che la famiglia “denuncerà il medico omeopata che lo ha seguito negli ultimi giorni”. I genitori non si erano rivolti al medico di famiglia ma ad un omeopata di fiducia con studio a Pesaro. Il medico infatti, già nel passato aveva curato il piccolo che non era più ricorso all’uso degli antibiotici fin dall’età di 3 anni.

Il bambino ha avuto un peggioramento delle condizioni, con febbri alte dalla giornata del 23 maggio. A quel punti i genitori lo hanno ricoverato all’ospedale di Urbino. Una Tac aveva rivelato gravi danni cerebrali. Da Urbino il piccolo di 7 anni èstato poi trasferito già  il 24 maggio all’ospedale pediatrico Salesi di Ancona. Ma le sue condizioni, anche dopo un intervento disperato, non sono migliorate, fino alla morte cerebrale di oggi.

Il nonno, in un’intervista al Resto del Carlino aggiunge che “il medico omeopata che aveva in cura mio nipote da 15 giorni, ha spaventato mia figlia e il marito; entrambi erano come paralizzati dalla paura. Per questo hanno aspettato prima di ricoverarlo in ospedale ad Urbino”.

“Mia figlia e mio genero si fidavano di lui, perché anche in passato aveva già curato il piccolo con gli stessi metodi. Ma stavolta non avrebbero dovuto farlo, perché nonostante il peggioramento delle condizioni negli ultimi giorni, le febbri alte, due visite in studio e un video realizzato quando stavo entrando in coma, il dottor Mecozzi , che tra l’altro li ha costretti a scegliere tra il pediatra e lui, l’ha scoraggiata dal portare il bambino in ospedale. E quando l’ha fatto – continua il nonno del minore – era troppo tardi. Ora voglio che paghi”. L’omeopata, nel frattempo, risulta irreperibile.