Bus in fiamme, Ousseynou Sy: “Sentivo le voci dei bimbi morti in mare che mi dicevano di fare un gesto eclatante”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Marzo 2019 - 18:15| Aggiornato il 23 Marzo 2019 OLTRE 6 MESI FA
Ousseynou Sy

Ousseynou Sy: “Sentivo le voci dei bimbi morti in mare che mi dicevano di fare un gesto eclatante”

MILANO – Ha agito dopo aver sentito dalle “voci dei bambini che stavano morendo nel Mediterraneo” che gli avrebbero chiesto di fare qualcosa di “clamoroso affinché questo non accada più”. Sono le parole di Ousseynou Sy, l’autista che due giorni fa ha sequestrato un bus con 51 bambini a bordo e gli ha dato fuoco, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip questo pomeriggio, 22 marzo, a San Vittore.

L’autista voleva fare “un’azione dimostrativa” e avere “non un impatto nazionale ma un massimo impatto internazionale”. Lo ha riferito il suo legale, Davide Lacchini, al termine dell’interrogatorio spiegando che l’uomo davanti al gip “ha lodato la politica italiana sulle migrazioni” e che il suo messaggio era “nessuno dall’Africa deve venire in Europa”. Sy, stando a quanto riferito dall’avvocato, davanti al gip, in sostanza, ha ribadito quanto aveva già detto ai pm “e l’elemento nuovo – ha spigato il legale – è il fatto che ha dato dei segni di squilibrio che a mio parere richiedono un approfondimento con una perizia psichiatrica”.

Lo stesso difensore ha parlato di “evocazioni” e “invocazioni” da parte dell’uomo, ma senza precisare meglio e ha riferito che il suo assistito “ha esposto le sue ragioni davanti al giudice con un certo vigore”. In sostanza, Sy ha rivendicato ancora una volta – come riferito dal difensore – di aver fatto quel gesto eclatante come “rivendicazione” per i bimbi migranti morti nel Mediterraneo. E ha ribadito ancora che lui, però, non voleva fare male a nessuno e che il bus ha preso fuoco in modo accidentale.

A chi gli ha chiesto se l’uomo si sia pentito, il difensore ha risposto: “Non si è parlato di ciò oggi”. Lo stesso legale ha spiegato che “oggi l’assistito ha lodato la politica italiana in tema di migrazioni, perché è l’unico Paese, secondo lui, che salva le vite e spende per questo milioni di euro”. Per il difensore il messaggio che anche oggi Sy ha voluto rivendicare è quello che “gli africani non devono venire in Europa ma devono rimanere in Africa”. E lui, ha spiegato ancora il legale, con quella azione non voleva avere “un impatto nazionale ma internazionale”.

Ha ripetuto, inoltre “di aver fatto un video” inviato ai suoi conoscenti, “ma gli inquirenti non l’hanno ancora trovato”. Come aveva già detto a chi è andato a trovarlo in carcere, Sy ha parlato anche “dello sfruttamento economico dell’Africa da parte dell’Europa”. Secondo la sua versione, infine, lui voleva arrivare con il bus a Linate e pendere una aereo “per andare in Senegal”. Il coltello l’aveva con se perché “durante i turni serali gli autisti si portano degli strumenti di difesa”. (fonte: Ansa)