P4: altri due generali della Finanza indagati. Nomi ancora segreti

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Altri due generali della Guardia di Finanza sarebbero indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4: lo hanno scritto sia Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera sia Carlo Bonini su Repubblica. I due giornalisti scrivono però che i nomi degli ufficiali sono ancora “secretati”: il sospetto, spiega la Sarzanini, è che i generali abbiano passato notizie riservate sull’inchiesta.

Sempre la Sarzanini riferisce che sono gli “omissis” contenuti nei verbali a confermare come l’inchiesta sulle “talpe” interne alla Guardia di Finanza sia soltanto all’inizio.

Secondo Bonini, i pm napoletani che si occupano dell’inchiesta sono convinti “che un network di alti ufficiali dello Stato maggiore, “organici” alla maggioranza di centro-destra, abbia nel tempo assicurato stabilmente un flusso di notizie riservate su inchieste con immediate ricadute politiche in grado di mettere Palazzo Chigi e la sua dependance di piazza Mignanelli in condizione di conoscere e dunque anticipare il lavoro della magistratura inquirente”.

La Sarzanini rincara la dose dicendo che, “di fronte a Woodcock e Curcio, Milanese (ex braccio destro di Tremonti dimessosi in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta) avrebbe confermato pure quanto era emerso su altre vicende che coinvolgono i vertici delle Fiamme Gialle fornendo nuovi dettagli e spianando la strada a ulteriori verifiche”. In questo quadro, prosegue la Sarzanini, “si inserirebbero anche i racconti della sua compagna Manuela Bravi, la portavoce del ministro, che ha confermato di aver partecipato ad almeno due cene durante le quali si parlava di «informatori» della Guardia di Finanza. E di aver ottenuto conferma anche dal direttore del Poligrafico dello Stato Roberto Mazzei”.

Dunque, sostiene la Sarzanini, “il generale Adinolfi non è l’unico ad essere sospettato di aver fornito notizie sulle indagini. Esiste un verbale di Bisignani, quando ancora non era stato arrestato, che è stato quasi interamente coperto dal segreto. E riguarda proprio le «soffiate»”.

Milanese, continua Bonini, avrebbe poi confermato le accuse ad Adinolfi, raccontando ai pm “di aver partecipato «a una cena, tra il settembre e l´ottobre del 2010» (forse quella indicata nel verbale allegato agli atti dell’inchiesta di Manuela Bravi, la compagna di Milanese), durante la quale il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza gli avrebbe personalmente confidato l´intenzione di mettere al corrente Luigi Bisignani di quanto stava accadendo a Napoli, utilizzando quale ambasciatore il giornalista Pippo Marra, presidente dell’agenzia di stampa Adn Kronos”.