Padova, battezza figlio. Ex tunisino: “Ti do fuoco”

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Febbraio 2016 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA
Padova, battezza figlio. Ex tunisino: "Ti do fuoco"

Padova, battezza figlio. Ex tunisino: “Ti do fuoco”

PADOVA – Sms con minacce pesantissime: “Non vedo l’ora di darti fuoco”, dopo una storia di violenze e abusi. Un tunisino residente a Padova è stato arrestato: la sua ira era stata scatenata dal fatto che la ex, italiana, aveva deciso di battezzare il loro bambino ed educarlo alla religione cattolica. Un affronto inaccettabile per lui. Ecco cosa scrive Il Mattino di Padova:

«Ho visto sul Tg5 un uomo che ha dato fuoco alla moglie… Non vedo l’ora di darti fuoco». E ancora: «Questa notte l’ho passata a fantasticare su come darti fuoco», poi «Ti auguro di morire cagna disabile» con chiara allusione alle condizioni fisiche della donna. Messaggi furiosi accompagnati da comportamenti che calpestavano le limitazioni relative alle visite al bambino imposte dal tribunale dei Minori di Venezia. Così martedì i carabinieri della stazione di Prato della Valle, comandata dal luogotenente Giancarlo Merli, hanno bussato alla porta di casa del 37enne tunisino notificando un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sollecitata dal pubblico ministero Roberto Piccione e firmata dal gip. Immediato il trasferimento del tunisino nella casa circondariale Due Palazzi. Le accuse contestate? Lesioni volontarie e stalking pluriaggravato sia per aver commesso il fatto in presenza di un minore sia per aver approfittato dello stato di minorata difesa dell’ex. C.H., classe 1979, religione musulmana, era arrivato in Italia da tempo quando aveva conosciuto una giovane varesina, poi diventata sua moglie. La coppia si trasferisce a Padova e, nel 2009, nasce il loro bambino. Ma i rapporti sono difficili, ostacolati da differenze culturali e complicati dal carattere iroso e violento dell’uomo. Nel 2011, durante una lite con il marito, la signora viene picchiata in modo pesante e finisce al Pronto soccorso con lesioni varie e una frattura al setto nasale, guaribili in 20 giorni. È il gesto estremo. L’ultimo di un’escalation di violenze. Lei reagisce e firma una denuncia, iniziando la pratica per la separazione. Nel frattempo, purtroppo, la donna si scopre ammalata di una patologia degenerativa tanto che, oggi, è invalida al 100 per cento e si muove in sedia a rotelle. Nel settembre scorso la tensione si riaccende tra i due quando C.H. scopre che, a sua insaputa, il bimbo è stato battezzato: un’educazione alla fede cattolica per lui inaccettabile