Padova, da “padre” a “partner”: l’ospedale riconosce le mamme gay

Pubblicato il 2 Gennaio 2013 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA

PADOVA – All’ospedale di Padova, il riconoscimento delle mamme gay, è avvenuto, di fatto, con un braccialetto. Quel braccialetto con un numero identificativo che fino a poco fa veniva messo al neonato, alla mamma con la scritta “mamma” e al papà con la scritta “papà”. Ma nel reparto di clinica ostetrica qualche mese fa si sono presentate due donne. Due “mamme”. La prima aveva appena partorito, la seconda si era presentata come secondo genitore del piccolo. E si è rifiutata di accettare il braccialetto con la scritta “papà”.

Ora, segno che i tempi e con loro le famiglie sono cambiati, l’ospedale è corso ai ripari: non più “papà”, sul braccialetto del genitore bis verrà scritto un più neutro “partner”. Non è più così raro, infatti, che negli ospedali italiani, non solo a Padova, si presentino genitori gay. La coppia lesbica di questa vicenda aveva concepito il bambino grazie alla fecondazione eterologa, vietata in Italia ma praticata all’estero, che consente l’utilizzo del seme di un donatore, in questo caso maschile. “Ormai non si può più ragionare in modo tradizionale – ha spiegato il primario Giovanni Battista Nardelli -, abbiamo preso questa decisione per non offendere la sensibilità di nessuno”.