Padre Pio “siliconato”: salma è maschera creata a Londra…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2016 - 05:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il volto di Padre Pio esposto ai fedeli di Roma non è quello del santo, ma di una maschera in silicone creata da una ditta che lavora per il museo delle cere di Londra. Il volto di Padre Pio insomma è siliconato, cioè una riproduzione creata con un polimero inorganico che viene dalla Gran Bretagna. E non manca chi punta il dito contro la chiesa e la scelta di portare in giro il santo, come Don Antonelli che dichiara: “Una chiesa ripiegata nella gestione affaristica del fenomeno. Abuso della credulità popolare”.

Filippo Ceccarelli per ”il Venerdì – la Repubblica” scrive che non tutti sanno che la maschera è stata prodotta dalla Gems Studio, una azienda di Londra molto rinomata e che lavora per i più importanti musei delle cere nel mondo:

“Ora, è possibile e magari probabile che chi ha fede consideri questo artificio magari non proprio naturale, ma del tutto implicito, sottinteso, oppure trascurabile, secondario. Ciò non di meno, quella che si vede nella foto qui sotto, scattata nel 2008 da Alessandro Di Meo, resta pur sempre una reliquia.

Il punto sensibile, e per certi versi decisivo, è che si tratta di una reliquia evoluta, tecnologica, siliconata, appunto. Lo stesso corpo del santo è conservato dentro la teca nella sua relativa integrità grazie a complessi ritrovati della chimica inorganica: materassini in plexiglass, contenitori in Pvc di gel silicei per l’umidità, insufflaggio d’azoto contro le reazioni ossidative. Come dire che il sacro, e la devozione che in esso si rispecchia e si riconosce, sono venuti a patti con la materia artificiale; e che i santi rimangono tali anche nel tempo della loro riproducibilità post-umana.

Con qualche azzardo – e la benedizione dei frati di San Giovanni Rotondo e il consenso degli ingegneri della Gems Studio – si può ritenere che rimasugli di ossa e pugni di cenere non spingono le masse ad accostarsi agli altari. La questione è stata sviscerata anni orsono da Stefano Moriggi e Gianluca Nicoletti in un brillante libricino, Perché la tecnologia ci rende umani (Sironi, 2009), che senza complessi né irriverenze descrive come si siano moltiplicati i livelli di realtà. Fino al punto di ribaltare antichi modi di dire, per cui chi muore si rivede, e infatti Padre Pio si rivede «tale e quale», identico a se stesso”.

Don Aldo Antonelli sul sito di Huffington Post punta il dito contro la figura di Padre Pio come santo:

“A noi sembra, invece, di dover affermare che il “fenomeno” pone delle domande sul fatto stesso della sua “santità”. Una santità, sia chiaro, non intesa secondo i canoni della religiosità popolare o, peggio, secondo le straordinarie capacità divinatorie; ma una santità che porti i connotati di colui che, per noi cristiani, è l’ “Unico Santo”: Gesù di Nazareth.

A noi non risulta che questo Gesù abbia passato la sua vita rinchiuso in un confessionale, tra peccati e assoluzioni, così come ha fatto padre Pio. Né ci risulta che padre Pio abbia percorso, come Gesù, le strade polverose della sua Puglia accogliendo i piccoli e denunciando i poteri”.