Fiorello porta in tv i padri separati, un milione di poveri italiani

Pubblicato il 23 Novembre 2011 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Fiorello (Foto LaPresse)

ROMA – Tra i “nuovi poveri” delle statistiche Istat e delle mense della Caritas ci sono anche loro, i padri separati. In costante aumento (+2 per cento l’anno) i padri separati in Italia sono 2milione e duecentomila.

Di questi, secondo l’Associazione avvocati matrimonialisti, 800mila vivono al di sotto della soglia di povertà, e 250mila con meno di 300 euro al mese. Parte dello stipendio deve andare in assegni di mantenimento ai figli e alla moglie

Una realtà raccontata anche dall’ultima fiction di Beppe Fiorello, “Sarò sempre tuo padre”. Una miniserie in due puntate che andrà in onda su Rai Uno il 29 e 30 novembre. Dove Fiorello, appunto, recita la parte del padre separato che finisce disoccupato e in povertà.

L’Associazione dei matrimonialisti italiani ha calcolato che tra le persone che per mangiare devono andare alle mense della Caritas in un caso su quattro si tratta di un padre reso povero dalla separazione conflittuale. Almeno 90mila a Roma e 50mila a Milano.

Tra i padri separati italiani, poi, ce ne sono centocinquantamila che hanno perso ogni contatto con i propri figli, e altri 950mila che possono vederli solo un pomeriggio a settimana, spesso perché non hanno un letto dove farli dormire. A volte perché loro stessi non hanno una casa. Per questo in diverse città italiane sono nate le case famiglia dedicate ai padri separati e ai loro figli.

Un modo per cercare di arginare una situazione che si estremizza di pari passo con l’aumento delle separazioni, ogni anno in aumento di circa 170mila unità, di cui il 70 per cento coppie con figli. Le stesse statistiche dell’Ami danno anche un altro dato significativo: ogni anno la conflittualità esasperata fra ex-coniugi provoca circa cento tra suicidi e omicidi.

In Italia, poi manca una legge. Sottolinea Gian Ettore Gassani, avvocato presidente dell’Ami, “nel nostro Paese ci sono 165 tribunali ed ognuno decide a proprio piacimento l’entità dell’assegno di mantenimento che il marito deve dare all’ex-moglie. È possibile un simile caos? Non sarebbe il caso di fissare dei criteri oggettivi e soprattutto dei paletti? Stabilire, ad esempio, che l’assegno di mantenimento non può essere superiore alla metà dello stipendio di chi lo deve erogare”.