Caso Palamara, il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio lascia. Ma resta fino a novembre

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Luglio 2019 - 20:52| Aggiornato il 24 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA

ROMA  –  Niente dimissioni ma pensionamento anticipato di un anno per il Procuratore generale della Corte di Cassazione Riccardo Fuzio, magistrato che guida i pm italiani e che è titolare dell’azione disciplinare insieme al ministro della Giustizia.

Fuzio è finito nelle intercettazioni del trojan di Luca Palamara, al quale avrebbe raccontato dettagli delle indagini della Procura di Perugia che hanno sconvolto l’assetto del Consiglio superiore della magistratura.

A questa soluzione del pensionamento anticipato si è arrivati dopo che Fuzio ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale ha manifestato la sua intenzione di andare in pensione con qualche mese di anticipo rispetto al compimento del suo settantesimo anno.

Mattarella “ha preso atto della decisione del dottor Fuzio di presentare domanda di collocamento a riposo anticipato, decisione assunta con senso di responsabilità a conclusione di un brillante percorso professionale al servizio delle istituzioni”, ha sottolineato una nota del Quirinale.

Il rinvio a novembre dell’addio di Fuzio consente di evitare che il Csm interrompa i suoi lavori e l’iter dei procedimenti disciplinari, in primis quello su Palamara e quello appena aperto nei confronti di Cosimo Ferri, in attesa della nomina di un successore del procuratore generale per la quale servono mesi.

Per questo si è scelto di andare avanti nel voltare pagina, altrimenti ci sarebbe stata la paralisi perché le funzioni del Pg nel comitato di presidenza del Csm che decide gli ordini del giorno non sono delegabili ad altri. Nel frattempo Fuzio ha dato ai suoi due vice il compito di seguire il settore disciplinare.

Apprezzamento per il passo indietro è stato espresso dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Il procuratore Fuzio ha dimostrato grande senso di responsabilità. Abbiamo sempre collaborato e c’è stato sempre un dialogo virtuoso, anche in questi giorni difficili per la magistratura”.

In questo modo si può andare avanti con il calendario fissato. Così l’8 luglio il Csm deciderà se accogliere le istanze di ricusazione presentate dal pm romano Luca Palamara nei confronti di due giudici disciplinari, Sebastiano Ardita e Piercamillo Davigo. Il vice presidente del Csm Ermini ha infatti costituito il collegio che se ne dovrà occupare, evitando che ci siano rinvii nel giudizio sulla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di Palamara chiesta dal Pg Fuzio.

L’udienza è convocata per il giorno successivo, il 9 luglio. Non è detto, tuttavia, che la soluzione che consente al Pg Fuzio una uscita di scena ‘soft’ faccia placare la richiesta di dimissioni avanzata dall’Anm e dai vertici di Unicost, la corrente di cui il Pg è stato un leader. Sabato i probiviri dell’Anm chiederanno provvedimenti a suo carico. (Fonte: Ansa)