Palermo, agguato di mafia: boss Giuseppe Dainotti ucciso con un colpo in testa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Maggio 2017 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Palermo, agguato di mafia: boss Giuseppe Dainotti ucciso con un colpo in testa

Palermo, agguato di mafia: boss Giuseppe Dainotti ucciso con un colpo in testa

PALERMO – La mafia torna a sparare a Palermo. Il boss Giuseppe Dainotti, 57 anni, è stato infatti ucciso con un colpo di pistola alla testa in via D’Ossuna, nel quartiere Zisa. La vittima viaggiava a bordo di una bicicletta quando sarebbe stato affiancato da due killer, forse in moto, che lo hanno ucciso con un colpo alla testa.

Il boss di Porta Nuova era uscito dal carcere nel 2014 usufruendo della legge Carotti che ha commutato l’ergastolo in 30 anni di carcere per alcuni nomi eccellenti di Cosa nostra. Dopo un quarto di secolo è stato scarcerato. Uomo di peso del clan di Porta Nuova, Dainotti è stato il factotum del boss Salvatore Cancemi. In cella c’era finito per il colpo miliardario al Monte dei Pegni di Palermo, ma soprattutto per omicidio.

A pochi mesi dalla sua scarcerazione, avvenuta nel 2014 per espiazione pena, il boss Giuseppe Dainotti,  era già nel mirino dei suoi nemici interni a Cosa nostra. Il fermo di chi lo aveva condannato a morte scongiurò il suo omicidio. Dal carcere, il boss Giovanni Di Giacomo, con cui Dainotti gestiva negli anni ’90 traffici di droga, aveva dato l’ordine al fratello Giuseppe Di Giacomo, ucciso poi a marzo del 2014, di eliminare alcuni esponenti mafiosi che si stavano organizzando per assumere il comando del mandamento.

Fibrillazioni interne alla cosca accese dall’arresto del padrino di Porta Nuova Alessandro D’Ambrogio. Imputato al maxiprocesso, una sfilza lunghissima di condanne per mafia, omicidio, favoreggiamento, rapina, droga, Dainotti era uno dei fedelissimi del capomafia Salvatore Cancemi, poi passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia. Le modalità dell’agguato rendono praticamente certa la matrice mafiosa del delitto. Il primo omicidio di Cosa nostra dopo tre anni di pace tra le cosche. L’ultimo padrino a essere ucciso è stato proprio Giuseppe Di Giacomo, che secondo i piani del fratello, avrebbe dovuto assassinare Dainotti.