Palermo, 7 arresti con l’accusa di corruzione: anche consiglieri Comune e funzionari

di Antonella del Sordo
Pubblicato il 29 Febbraio 2020 - 09:01| Aggiornato il 19 Marzo 2021 OLTRE 6 MESI FA
Palermo, accuse di corruzione in Comune: 7 arrestati

Palermo, accuse di corruzione in Comune: 7 arrestati (Foto archivio ANSA)

PALERMO – Corsi e ricorsi storici. In Italia, dove ci sono affari, si fanno affari. Sulle lottizzazioni poi.. gli interessi non calano mai. Eppure proprio a Palermo, nella città del “sacco” e delle ville liberty  “asfaltate”, le cicatrici sono ancora indelebili.  

Sette persone sono state sottoposte a misura cautelare la mattina del 29 febbraio a Palermo dai militari della Guardia di Finanza e i carabinieri. Si tratta di due consiglieri comunali, due funzionari del Comune, un architetto e due imprenditori, tutti agli arresti domiciliari. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo, hanno accertato l’esistenza di un comitato d’affari composto da imprenditori e professionisti in grado di incidere sulle scelte di pubblici dirigenti e amministratori locali che, in cambio di soldi e favori, avrebbero asservito la pubblica funzione agli interessi privati.

A far partire le indagini da parte dei magistrati di Palermo sarebbero state le parole di Filippo Bisconti, imprenditore edile arrestato dai carabinieri con l’accusa di associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 nell’ambito dell’inchiesta Cupola 2.0 e ritenuto a capo del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno. Bisconti ha raccontato agli inquirenti circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, riferendo in particolare gli interessi coltivati per anni dai dirigenti comunali e da un architetto.

Gli arrestati sono i consiglieri comunali Sandro Terrani, 51 anni, di Italia Viva, membro della Commissione Bilancio, e Giovanni Lo Cascio, 50 anni, del Pd, presidente della Commissione Urbanistica, lavori pubblici, edilizia privata. Ai domiciliari anche i funzionari comunali Mario Li Castri, 56 anni, ex dirigente dell’Area Tecnica della Riqualificazione Urbana, e Giuseppe Monteleone, 59 anni, ex dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive, l’architetto Fabio Seminerio, 57 anni, e gli imprenditori Giovanni Lupo, 77 anni, di San Giovanni Gemini e Francesco La Corte, 47 anni, di Ribera, amministratori della ditta edile BIOCASA s.r.l. All’architetto Agostino Minnuto, 60 anni, di Alia, è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Secondo quanto riferito dall’ANSA e ricostruito dalla Procura di Palermo, nel 2016 l’architetto Seminerio presentò per conto di numerosi imprenditori tre progetti per la lottizzazione di aree industriali dismesse del Comune di Palermo (via Maltese, via Messina Marine e via San Lorenzo) e per la realizzazione di 350 unità abitative di edilizia sociale residenziale convenzionata.

Per derogare al piano regolatore generale, condizione necessaria per effettuare i lavori, era necessario che il Consiglio Comunale attestasse il pubblico interesse delle iniziative. L’istruttoria sulle proposte di deliberazione fu curata da Mario Li Castri, all’epoca a capo dell’Area Tecnica del Comune, anche lui arrestato, che, in evidente situazione incompatibilità, essendo stato socio in affari di Seminerio, rilasciò parere favorevole anche in mancanza di alcuni requisiti di ammissibilità in materia di edilizia convenzionata.

In cambio, dagli imprenditori Francesco La Corte e Giovanni Lupo, interessati all’approvazione dei piani, avrebbe ottenuto la promessa di assegnare a Seminerio la direzione dei lavori. L’architetto avrebbe girato poi a Li Castri una parte dei profitti incassati a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale delle tre proposte di deliberazione.

Al buon esito dell’affare avrebbe partecipato, sempre come riferito dalla Procura, anche Giuseppe Monteleone, ex dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive, che avrebbe curato la delibera relativa all’ex area industriale di via San Lorenzo. I consiglieri comunali arrestati Terrani e Lo Cascio, secondo gli inquirenti, si sarebbero mossi per velocizzare la calendarizzazione e l’approvazione delle tre proposte di costruzione in deroga al piano regolatore in cambio di regali. Il 7 novembre 2019 il Consiglio Comunale espresse comunque parere contrario alle proposte.

In un altro episodio accertato dagli inquirenti, Li Castri, sempre nel suo ruolo di dirigente comunale, avrebbe accordato una variante a una concessione edilizia della ditta dei due imprenditori, la BIOCASA, consentendo di aumentare le unità abitative da realizzarsi da 72 a 96. Il progetto era stato redatto anche in questo caso dal suo ex socio in affari Seminerio, a cui fu assegnato l’incarico di direttore dei lavori.

Monteleone, ex dirigente dell’Area Tecnica, avrebbe curato anche alcune pratiche di concessione edilizia presentate dalla BIOCASA per la realizzazione di un ulteriore complesso immobiliare sempre a Palermo, avallando varianti in aumento per consentire la realizzazione di un maggior numero di unità abitative (da 96 sarebbero arrivate a 133). In cambio, gli imprenditori avrebbero garantito una mazzetta di 15mila euro. I due costruttori poi avrebbero dato a una strettissima amica di Monteleone diversi incarichi professionali, facendole incassare grosse somme di denaro.

(Fonte ANSA)