Palermo, condannato a 20 anni il boss Andrea Quatrosi

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 19:13 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO, 19 APR – La quinta sezione del tribunale di Palermo ha condannato complessivamente a 47 anni di carcere tre persone imputate a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsioni. La pena maggiore (20 anni) e' stata inflitta ad Andrea Quatrosi, ritenuto il capo mandamento di Resuttana; Pietro Pilo, uomo di fiducia del boss storico Cosimo Vernengo ha avuto 15 anni, mentre a 12 e' stato condannato Diego Ciulla, proprietario di un noto negozio di accessori di Palermo accusato di chiedere il pizzo ai commercianti taglieggiati. La pubblica accusa era rappresentata dai pm Anna Maria Picozzi, Francesca Mazzocco e Francesco Del Bene.

Affiliato ritualmente solo di recente, Quatrosi, per anni, si sarebbe occupato della latitanza dei Lo Piccolo. Per conto dei padrini di San Lorenzo, mandamento confinante con quello di Resuttana, nascondeva le armi: kalashnikov, mitragliette, fucili a pompa. La cerimonia in cui e' diventato formalmente un uomo d'onore sarebbe stata ''officiata'' da Giuseppe Liga, l'insospettabile architetto che secondo gli investigatori sarebbe succeduto a Lo Piccolo alla guida di San Lorenzo per cui ieri i pm hanno chiesto la condanna a 27 anni. Tutti particolari raccontati da Manuel Pasta, dalle cui dichiarazioni e' partita l'operazione Eos 2 che ha portato all'arresto di Quatrosi e di Ciulla. Secondo il collaboratore, tra i commercianti taglieggiati c'erano pescherie, bar, ma anche noti negozi di via Liberta' come ''Pollini'' che versava 500 euro al mese.

Nel mirino della mafia anche il titolare della rivendita Timberland, che ha altri due negozi di abbigliamento nel centro di Palermo, che pagava 7.000 euro l'anno in due tranches. Per confondere gli investigatori, inoltre, le tradizionali ''maxirate'' richieste a Pasqua e Natale venivano riscosse a maggio e settembre. Il tribunale ha anche inviato le deposizioni di alcuni testi ai pm perche' valutino se procedere per falsa testimonianza.