Palermo, la banda dei falsi incidenti con i mezzi Aima

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Palermo, la banda dei falsi incidenti con i mezzi Aima

Palermo, la banda dei falsi incidenti con i mezzi Aima

PALERMO – L’hanno già ribattezzata “la banda dei falsi incidenti” quella composta, secondo la procura di Palermo, da 53 persone fra periti, medici e automobilisti accusati di aver inscenato incidenti con i mezzi della municipalizzata Aima, già dichiarata fallita.

Era il 2010, scrive Live Sicilia, “quando l’allora commissario dell’Amia, Sebastiano Sorbello, raccontò che da un’indagine interna era emerso il frequentissimo ripetersi degli incidenti e il fatto che diversi autisti siano stati protagonisti di molti di tali incidenti. La lista – che include periti, medici e automobilisti – si apre con Antonino e Sandro Giordano, titolari di uno studio di infortunistica stradale. Gli indagati replicano: nessuna irregolarità”.

L’articolo di Riccardo Lo Verso per Live Sicilia:

Nel corso della perquisizione nello studio dei Giordano, in via Mariano Stabile, i finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria, coordinati dal pubblico ministero Claudia Ferrrari, sequestrarono le pratiche di una settantina di incidenti. Tra questi, l’impatto fra un mezzo dell’Amia, l’ex municipalizzata poi dichiarata fallita, e uno scooter Honda. In sella al motociclo c’erano le sorelle Vittoria e Provvidenza Ammirata ed un testimone aveva assistito alla scena. Infine, un signore di passaggio si era offerto per trasportare all’ospedale Buccheri La Ferla le due donne che, a pratica ultimata, incassarono un risarcimento di circa 25 mila euro(…)

Il 10 ottobre 2010 i fatti si ripresentarono in maniera simile. La macchina dell’Amia guidata da Morana urtò la Mini Cooper di Giuseppe Liguori, un altro dei 53 indagati. Questa la più classica delle ricostruzioni: “Il signor Liguori Giuseppe, alla guida della Mini Cooper. mentre percorreva il viale Regione Siciliana di Palermo, nei pressi dello svincolo Tommaso Natale, a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia, veniva tamponato dal mezzo Amia, condotto da Morana Francesco Paolo”. Anche in questo caso emersero incongruenze: all’azienda il dipendente disse che aveva urtato contro la parte destra della macchina; ai finanzieri, quella sinistra. E ancora una volta la testimone citata nella pratica dello studio Giordano negò di avere assistito all’incidente. Risultato: Liguori ottenne 5.600 euro per un incidente confezionato, secondo l’accusa, a tavolino.