A Palermo scuola “modello” salvata da fondi extra, ma dalla Spagna

Pubblicato il 11 Settembre 2010 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Cinque bidelli per pulire una scuola di 20 mila metri quadrati, classi accorpate, cancellate le ore di storia dell’arte al ginnasio e ridotte quelle di italiano, corsi di studio ad indirizzo sperimentale soppressi a causa dei ‘tagli’ tranne quello finanziato dal governo spagnolo. Succede al liceo classico statale Meli di Palermo, una scuola ”modello” che negli ultimi anni è stata all’avanguardia per quanto riguarda strutture e offerta formativa, dove a causa dei tagli della riforma Gelmini quest’anno sono stati assegnati due collaboratori scolastici in meno, e sono diminuiti anche gli insegnanti.

E’ cambiata inoltre l’offerta formativa e sono a rischio anche le attività extracurriculari il pomeriggio. ”Il numero dei collaboratori per ciascuna scuola è definito dalla riforma in base al numero di studenti, e non rispetto alle dimensioni degli edifici” dice il dirigente scolastico Salvo Chiaramonte. ”E’ chiaro che per ragioni di sicurezza e mancanza di personale – continua – non siamo nelle condizioni di garantire lo svolgimento di attività pomeridiane ogni giorno, come facevamo l’anno scorso”.

A causa della riforma non saranno più attivati anche i corsi di studio sperimentali, che prevedevano oltre alle materie tradizionali lo studio di informatica, diritto, francese e inglese. ”Tagliando i finanziamenti alla scuola – aggiunge il preside – tutti corsi sperimentali saltano, quelli che abbiamo attivato in passato andranno ad esaurimento. Ne abbiamo mantenuto solo uno che prevede l’insegnamento della lingua spagnola – conclude il preside – perché è finanziato dal ministero della pubblica istruzione spagnolo”.

Così mentre il governo italiano ”taglia” i corsi sperimentali, quello spagnolo investe nella diffusione della lingua all’estero. ”E’ cambiata anche l’offerta formativa dei licei classici – dice la vicepreside e docente di latino e greco Giuseppina Buscemi – sono state ridotte le ore di insegnamento di italiano al ginnasio, che passano da 5 a 4 alla settimana e aumentate quelle delle materie scientifiche”. ”I corsi di studio – conclude la vicepreside – sono omologati cancellando un percorso avviato 15 anni fa, che permetteva una diversificazione dell’offerta formativa per riproporre un liceo classico che non esiste più da tempo”.