Palmira Martinelli. Giudice: “Fu arsa viva a 14 anni”. Ma non ci può essere processo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2015 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA
Palmira Martinelli. Giudice: "Fu arsa viva a 14 anni". Ma non ci può essere processo

Palmira Martinelli. Giudice: “Fu arsa viva a 14 anni”. Ma non ci può essere processo

BARI – Palmina Martinelli fu bruciata viva. Aveva 14 anni e fu uccisa perché non voleva far parte di un giro di prostituzione. Chi potrebbe averla uccisa, però, non può più essere processato. Parole di Nicola Magrone, il magistrato che istruì il processo a Bari sulla morte della ragazzina. I suoi 4 presunti aguzzini, infatti, alla sbarra ci sono già stati. Era il 1989 e il processo si concluse  con una sentenza discutibile di suicidio. Oggi, a distanza di quasi 30 anni da quella sentenza, la Procura di Brindisi chiude una nuova inchiesta su quella vicenda. E la chiude con una verità sconfortante: non fu suicidio ma un brutale omicidio. Ma gli indagati, per quel presunto crimine, non possono più finire alla sbarra. Sono stati già processati e assolti.

Per Magrone, quella per Palmina, è una battaglia per la “riabilitazione dell’immagine”. Si disse, in tribunale, che Palmina era una bugiarda e che in punto di morte aveva solo voluto calunniare due innocenti.

E’ una storia che inizia nel 1981, quando Palmina, come ricorda sul Corriere della Sera Francesca Cuomo, arriva in ospedale ustionata al 70%. Le condizioni sono disperate. Palmina però ha il viso intatto, lo ha protetto dalle fiamme. E soprattutto è lucida. Ripete in modo ossessivo due nomi. Quelli che secondo lei le avrebbero dato fuoco per il suo no a prostituirsi. Sono quattro giovani di quattro giovani di Locorotondo(Bari), uno di 23 anni, due di 22 e l’ ultimo di 18. In Tribunale, però, i 4 vengono assolti definitivamente nel 1989.

Si continua a indagare. E in 30 anni qualcosa cambia. Scrive Cuomo:

“A supporto della denuncia querela che ha consentito la riapertura delle indagini nell’ottobre del 2008 c’è una consulenza tecnica redatta da tre esperti, Vittorio Pesce Delfino, Tommaso Fiore e Flavio Ceglie, che giunge a conclusioni condivise dalla procura di Brindisi. Per le analisi è stato utilizzato un software avanzato. Si sono comparate le bruciature del palmo della mano sinistra e le bruciature della parte anteriore sinistra dal volto, tenuto conto del fatto che l’occhio destro e il palmo della mano destra non hanno riportato conseguenze da bruciatura. È emerso che Palmina si protesse gli occhi mentre si sviluppavano le fiamme, quindi non avrebbe potuto appiccare lei stessa il fuoco“.