Pamela Mastropietro, si cercano risposte nella vita dei tre indagati
Pubblicato il 19 Febbraio 2018 - 23:15 OLTRE 6 MESI FA
MACERATA – Continuano le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di 18 anni uccisa a Macerata il 30 gennaio scorso. In attesa dei risultati definitivi dei rilievi dei Ris dei carabinieri e del deposito delle perizie medico legale e tossicologica, i carabinieri stanno passando al setaccio la vita dei quattro indagati.
Tre di loro sono in carcere: Innocent Oseghale, 29 anni, a Marino del Tronto, Desmond Lucky, 22, e Lucky Awelina, 27, a Montacuto di Ancona, mentre il quarto è a piede libero. Tutti negano gli addebiti, che vanno dal concorso in omicidio al vilipendio, dalla distruzione alla soppressione e occultamento di cadavere.
Altro spunto di indagine è la ricostruzione di come Pamela abbia trascorso la notte tra il 29 gennaio e il 30 gennaio: sembra a casa di un italiano che poi l’avrebbe lasciata la mattina presto del 30 gennaio alla stazione ferroviaria di Macerata.
Intanto la Pars, la comunità di Corridonia da cui la ragazza si era allontanata il 29 gennaio, prova a ripartire dall’incontro mensile con i parenti degli ospiti. Domenica la messa è stata celebrata nella chiesetta di Santa Maria della Pietà di Cigliano, gremita per l’occasione da genitori e ospiti delle comunità. Poi il pranzo tutti insieme per oltre 150 persone e il confronto dei familiari con gli operatori delle singole comunità sul percorso di recupero di ogni ospite. Nel pomeriggio si è tenuto un momento di riflessione e confronto, dedicato esclusivamente a genitori e parenti, in cui si è richiamato lo scopo delle visite mensili: condividere il cammino di cambiamento proposto dalla comunità ai figli.