Pamela Mastropietro, sul corpo segni di sevizie. A casa del nigeriano sangue ovunque

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2018 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro

ROMA – Secondo l’autopsia sul corpo di Pamela Mastropietro sono stati trovati tagli, mutilazioni, lesioni, tumefazioni. Segni, questi ultimi, che fanno ipotizzare anche sevizie precedenti alla morte e una possibile lunga agonia.

E a casa del nigeriano, l’uomo fermato per l’omicidio, con il luminol sono emerse tracce di sangue e pezzi di carne ovunque.

Pamela Mastropietro è la 18enne romana allontanatasi lunedì pomeriggio dalla comunità di recupero di Corridonia (Macerata) e poi ritrovata ieri mattina cadavere. Il suo cadavere, sezionato in due tronconi è stato ritrovato in due trolley lasciati nottetempo in un fossato che costeggia una strada di campagna a Pollenza, sempre nel Maceratese. Per l’omicidio è stato fermato un ragazzo nigeriano di ventinove anni.

“Pamela era una ragazza meravigliosa, dolce e affettuosa con tutti. La storia con Andrej l’ha fatta cambiare totalmente. Quello le dava la roba, la faceva drogare pesantemente” racconta un amico di Pamela Mastropietro (che preferisce rimanere anonimo). Lo stesso amico spiega ancora che i due “si sono lasciati grazie all’intervento della famiglia di Pamela. E subito dopo lui è stato arrestato. Si spacciava per pugile e rapinava i ragazzini, era considerato un vero malavitoso in zona”.

Era una ragazza come tante, Pamela, una sognatrice, la ragazza che tutti vorrebbero come amica, spiega Lucia, una sua compagna di classe al corso da estetista nel centro Luigi Petroselli di via Gela, a due passi da piazza Re di Roma dove Pamela viveva con i suoi genitori: papà Stefano e mamma Alessandra Verni. “Il 15 dicembre 2016 era il mio primo giorno al Petroselli, uscivo da un brutto periodo ed ero molto ansiosa – racconta Lucia – Pamela – continua l’amica – fu la prima persona che si presentò e durante l’intervallo vedendomi a disagio venne da me e mi chiese se volevo prendere un caffè. Lì mi ha presentato tutti i suoi amici e mi ha fatta sentire parte del gruppo. Non la dimenticherò mai”.