Paola Clemente morta di fatica, arrestati i 6 sfruttatori: anche il titolare dell’agenzia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2017 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA

TRANI – Paola Clemente è la bracciante di 49 anni morta di fatica mentre lavorava nelle campagne di Andria nel luglio 2015. Un infarto l’ha stroncata mentre era impegnata nell’acinellatura dell’uva e ora i suoi 6 sfruttatori sono stati arrestati il 23 febbraio tra cui Ciro Grassi, il titolare dell’azienda agricola, e Pietro Bello, titolare dell’agenzia interinale Infogroup. La Procura di Trani ha indagato i sei per truffa ai danni dello Stato, illecita intermediazione e sfruttamento del lavoro.

Giovanni Di Benedetto sul quotidiano Repubblica scrive che l’inchiesta sulla morte di Paola Clemente è stata aperta dopo la denuncia del marito e della Cgil e ora è arrivata la svolta, insieme anche alla nuova legge contro il caporalato che ha colpito duramente così gli sfruttatori della donna:

“In carcere sono finiti Ciro Grassi, il titolare dell’azienda di trasporti tarantina che portava in pullman le braccianti fino ad Andria, il direttore dell’agenzia Inforgroup di Noicattaro, Pietro Bello,  per la quale la signora lavorava, il ragioniere Giampietro Marinaro e il collega Oronzo Catacchio. Dietro le sbarre anche Maria Lucia Marinaro e la sorella Giovanna (quest’ultima ai domiciliari). La prima è la moglie di Ciro Grassi, indagata per aver fatto risultare giornate fasulle di lavoro nei campi con lo scopo di intascare poi le indennità previdenziali; la seconda, invece, nei campi avrebbe lavorato come ‘capo-squadra’”.

Durante le indagini gli investigatori hanno scoperto che le braccianti che svolgevano manodopera erano gestite da un’agenzia interinale e hanno individuato anche una differenza tra le buste paga e quanto dichiarato:

“Dai documenti era emersa una differenza del 30 per cento tra la cifra dichiarata in busta paga e quella realmente percepita da alcune lavoratrici. C’è di più, il calcolo sulle trattenute avveniva non sulle ore lavorate ma sullo stipendio base. In pratica le lavoratrice percepivano una paga giornaliera di 28 euro quando, in realtà, avrebbero dovuto intascarne almeno 86, in considerazione della paga base di 45 euro più la trasferta fino ad Andria, superati i 40 chilometri, le ore di straordinario e il notturno.

Paola Clemente, è emerso, era stata assunta da un’agenzia interinale ma non era stata sottoposta, o quanto meno non risulta, ad una visita medica. L’autopsia sul cadavere della donna fatto riesumare il 25 agosto nel cimitero di Crispiano, in provincia di Taranto, accertò che si era trattato di “una sindrome coronarica acuta”.  La donna, stabilirono gli esami eseguiti dal medico legale Alessandro Dell’Erba, con il tossicologo Roberto Gagliano Candela, era affetta da ipertensione che stava curando e da cardiopatia”.