Papa Francesco spreta Don Mauro Inzoli: condannato per abusi su minori

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Giugno 2017 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco spreta Don Mauro Inzoli: condannato per abusi su minori

Papa Francesco spreta Don Mauro Inzoli: condannato per abusi su minori

ROMA – Papa Francesco ha spretato Don Mauro Inzoli, il sacerdote di Comunione e Liberazione, ex reponsabile della Compagnia delle Opere di Cremona e Crema e del Banco Alimentare, condannato per abusi su minori nel 2016. Lo annuncia il vescovo, Daniele Gianotti, spiegando sul sito della diocesi che il Papa ha ordinato la definitiva riduzione allo stato laicale del prete.

Nei giorni scorsi, si legge sul sito della diocesi, “la Congregazione per la Dottrina della Fede mi ha comunicato la decisione, presa da Papa Francesco il 20 maggio scorso con sentenza definitiva, di dimettere don Mauro Inzoli dallo stato clericale”. Don Inzoli era già stato ridotto allo stato laicale da papa Ratzinger, ma aveva presentato ricorso.

“Non possiamo pensare – scrive il vescovo –  che il Papa sia giunto a una decisione così grave senza aver vagliato attentamente davanti a Dio tutti gli elementi in gioco, per arrivare a una scelta che fosse per il bene della Chiesa e al tempo stesso per il bene di don Mauro: perché nessuna pena, nella Chiesa, può essere inflitta se non in vista della salvezza delle anime, che può passare anche attraverso una pena così grave, la più grave che possa essere inflitta a un sacerdote”.

“Accogliamo dunque con piena docilità al Papa questa decisione – esorta il vescovo – custodendola prima di tutto nel santuario della preghiera”. Il vescovo precisa inoltre che don Inzoli non potrà esercitare le funzioni sacerdotali, ma “non è scomunicato”.

Nel giugno dell’anno scorso il sacerdote è stato condannato dal tribunale di Cremona a 4 anni e 9 mesi per abusi ai danni di cinque ragazzi, il più piccolo di 12 anni e il più grande di 16 al momento dei fatti. Alle cinque vittime il sacerdote, che per trent’anni è stato a capo di Cl a Cremona, aveva già risarcito il danno: 25mila euro a testa.

Il procuratore Roberto Di Martino del Tribunale di Cremona aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione. Nella richiesta il procuratore aveva tenuto conto dello sconto di un terzo di pena previsto per il rito abbreviato e dell’attenuante relativa ai risarcimenti.