Arresti a Parco 5 Terre, la “banda” di Bonannini comunicava con i pizzini

Pubblicato il 29 Settembre 2010 - 18:48 OLTRE 6 MESI FA

Franco Bonannini

Usavano i ‘pizzini’ per comunicare tra di loro perché erano tutti allarmati dalla possibilità che la polizia li intercettasse. Erano così spaventati che Franco Bonanini, presidente del Parco 5 Terre e ‘dominus’ , secondo il gip della Spezia che ne ha ordinato l’arresto avvenuto ieri, 28 settembre, aveva comprato su internet un dispositivo che, secondo la società che lo vendeva, era in grado di annullare le intercettazioni telefoniche e di far scoprire la presenza di eventuali ‘cimici’.

L’uso dei ‘pizzini’ per comunicare, mutuato dalla mafia, era abituale tra gli arrestati. Uno dei primi a utilizzare questa tecnica è stato un direttore generale della Regione Liguria il cui ufficio venne perquisito agli albori dell’inchiesta della Mobile spezzina. Al termine della perquisizione, il direttore generale – che è stato successivamente indagato nell’ambito della stessa inchiesta spezzina – ha inviato un ‘pizzino’ a Bonanini avvertendolo che la polizia gli aveva appena frugato in ufficio e che doveva stare in guardia.

Il funzionario regionale aveva scelto come ‘piccione viaggiatore’ la propria moglie. La donna aveva recapitato il pizzino a Bonanini e poi aveva raccomandato l’immediata distruzione del foglietto. Far sparire i pizzini era anche una delle preoccupazioni dei facenti parte l’organizzazione. Al termine di ogni messaggio era riportata la dicitura: ‘fallo sparire subito’ cosa che è avvenuta anche con metodi estremi quali quello di inghiottire il foglietto.