Patrizia Badiali morta di Covid altrui, Daniele Egidi sopravvissuto al Covid e a se stesso negazionista

di Riccardo Galli
Pubblicato il 5 Gennaio 2021 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
Patrizia Badiali morta di Covid altrui, Daniele Egidi sopravvissuto al Covid e se stesso negazionista

Patrizia Badiali morta di Covid altrui, Daniele Egidi sopravvissuto al Covid e se stesso negazionista (Nella foto, il post Facebook della figlia di Patrizia Badiali)

Patrizia Badiali e Daniele Egidi, due storie di Covid. Anzi due storie di Covid non tanto e non solo in ospedale o in terapia. Due storie di Covid tra la gente, del Covid come lo vive e lo pensa la gente. Due storie sociali prima ancora che mediche. Una che finisce con una morte, l’altra con un sopravvivere. L’una che muore di Covid ma soprattutto di altrui irresponsabilità, qualcosa che somiglia, eticamente somiglia ad omicidio colposo. L’altro che si salva, sopravvive suo malgrado al Covid, sopravvive a se stesso negazionista.

Patrizia Badiali, la maestra elementare a Spoleto

Patrizia Badiali faceva la maestra elementare, aveva 65 anni. Stava attentissima: mascherina, mani disinfettate. Seguiva le regole anti contagio non perché l’avesse dettato il governo ma perché sapeva di badare così alla sua privata salute e a quella pubblica. Ma viveva Patrizia Badiali e, come racconta la figlia, un giorno ha avuto “un contatto con la titolare di una attività pubblica”. Un negozio, una banca, un ufficio, un mercato? Racconta la figlia si Facebook: “Titolare di attività pubblica al lavoro nonostante manifestasse sintomi”.

Il riduzionismo familistico

Familismo amorale fu a suo tempo la formula coniata per sintetizzare un pilastro della antropologia culturale italiano: tutto è lecito se ai fini della famiglia, nulla è bene se non favorisce la famiglia. Versione privata del nulla salus extra ecclesia di profondo stampo cattolico, nessuna etica davvero valida fuori dalla famiglia.

Oggi, al tempo del Covid, si può dire di un riduzionismo familistico. Se è coinvolta la bottega, l’attività, l’azienda, se le misure e le prudenze e le norme anti contagio intralciano gli interessi e le attività della famiglia (famiglia sia di interessi che di sangue) allora si è immediatamente riduzionisti. Sì, insomma pandemia c’è, ma non esageriamo. Sì, stare attenti, ma non esageriamo. E l’esagerazione massima ed esecrabile per il riduzionista è ridurre o limitare la sua attività. Quindi, se si ha febbre e bottega, non è poi così raro e così incongruente che si vada a lavorare lo stesso: sorti e futuro della famiglia privata valgono ben di più della famiglia pubblica chiamata prossimo tuo.

Così la figlia di Patrizia Badiali ricostruisce il come e il perché del Covid mortale per la mamma, Covid portato dal riduzionismo familistico di qualcuno che quel giorno avrà pensato e forse perfino detto: devo lavorare, tenere aperto, il resto è esagerazione.

Daniele Egidi, ex negazionista ora pentito

Daniele Egidi di anni ne ha 54 e anni continuerà ad averne altri di anni. Ce l’ha fatta, è guarito dal Covid. Dopo averlo guardato in faccia e sentito nelle carni, nel respiro. Daniele Egidi nella sua Fano e nella sua giornata non portava la mascherina. E non per caso o dimenticanza. Lo dice lui: “Ero affascinato dalla marea negazionista dei social”.

Gli sembrava tutto semplice, anzi ovvio: il Covid “messa in scena del potere”. E’ un percorso, quello di Egidi e di moltissimi come lui, più ovvio e meno stravagante di quanto si racconti in giro. Per orientarsi nel mondo si suppone, ci si aggrappa all’idea che il mondi sia regolato da qualcuno (potere-complotto) che tiene le redini. La complessità terrorizza gli umani, un potere, magari maligno, ma un potere regolatore dà loro certezza di un senso. Più la catastrofe, la pestilenza, la carestia e l’insicurezza della vira crescono, più cresce il bisogno di negare una causa ingovernabile e più monta il bisogno di attribuire il male al maleficio e ai malefici.

Daniele Egidi era uno dei tanti, si sentiva al sicuro, al caldo riparo della sua negazione della pandemia. Negazione ovviamente sostenuta dalla pandemia come invenzione e messa in scena dei poteri. Messa in scena per cosa, per ottenere cosa, quali poteri? Domande che Daniele Egidi non si faceva, le giudicava complici del grande inganno. Lui sapeva del grande inganno e quindi si sentiva sicuro senza mascherina e altro, da cosa c’era da difendersi se n on c’era nulla di vero? Danile Egidi ha preso il Covid ed è guarito. Non solo dal Covid. Oggi dice: “Bisogna passarci”. E soprattutto dice: “Solo ora mi rendo conto del danno che savo spandendo in giro”.